CLAUDIA IOZZELLI
Cronaca

Quando si nasceva in casa. A Cavarzano i ricordi di Giuliana: pezzi di storia

Il percorso nella memoria storica del paese di Cavarzano continua con un nuovo appuntamento domani alle 16.30 nella sala dell’ex...

Mani di donne, mani di levatrici è. il titolo dell’incontro di. storia partecipata Nei borghi montani la figura della levatrice è stata per decenni indispensabile

Mani di donne, mani di levatrici è. il titolo dell’incontro di. storia partecipata Nei borghi montani la figura della levatrice è stata per decenni indispensabile

Il percorso nella memoria storica del paese di Cavarzano continua con un nuovo appuntamento domani alle 16.30 nella sala dell’ex Misericordia in piazza della Chiesa dal titolo Mani di donne, mani di levatrici. L’obiettivo del progetto di storia partecipata è raccontare come la storia individuale diventi anche storia sociale e per questo incontro il filo conduttore è la cura al femminile. Partendo dalle mani delle donne e dalle mani di cura della levatrice, l’appuntamento segue le tracce di memoria tratte da ricordi, frammenti, testimonianze e racconti inediti di Giuliana (al secolo Giuliana Ridolfetti) "la levatrice" negli anni del secondo dopoguerra di Cavarzano. Il filo rosso della storia ambientata nel borgo montano della Valbisenzio servirà a ricomporre un quadro storico-sociale e rappresentativo di tutti i borghi della vallata.

L’incontro si aprirà con gli interventi di Annalisa Marchi e Lucia Biti, che ha curato la ricerca accogliendo le testimonianze e le ricostruzioni narrative della comunità. Verrà anche presentata la figura della levatrice e le vicende che hanno trasformato nel tempo questo antico mestiere e la cultura del parto, un evento naturale e immutabile, ma anche culturale e sociale. La narrazione di come si nasceva in quegli anni di ricostruzione post-bellica e dei parti in casa intende restituire al paese la sua memoria (Giuliana ha fatto nascere due generazioni di donne e uomini a Cavarzano).

Le condizioni di criticità, legate a disagevoli vie di comunicazioni e mezzi di trasporto che isolavano questi borghi montani, soprattutto nei rigidi inverni di allora, metterà in evidenza come la levatrice fosse presidio territoriale di prossimità e di cura. L’incontro intende sottolineare, infine, il valore della figura di Giuliana, ostetrica condotta, il profondo legame costruito con il paese ed anche la risposta coesa e solidale della comunità.