SILVIA BINI
Cronaca

Romana Imperia. L’epoca nel nome

"E le racconto un po’ in qua e in là, bambine": con trasporto Romana Imperia Meoni, nata nel ‘37, orditrice...

Sara Berti e Daria Montagni del liceo Rodari

Sara Berti e Daria Montagni del liceo Rodari

"E le racconto un po’ in qua e in là, bambine": con trasporto Romana Imperia Meoni, nata nel ‘37, orditrice e figlia di mezzadri, ci confessa pezzi importanti della sua vita. La sua è una storia simile a quelle di tante ragazze e ragazzi che lasciano il lavoro in campagna per l’attività nel tessile. "Ah i fascisti. Nel foglio la maestra gli scrisse il nome ’Romana Imperia’, eh e, se non me l’avesse messo poi…". È la maestra delle sue sorelle - in un clima politico che celebra le conquiste coloniali (la guerra d’Etiopia si è appena conclusa) - a scegliere il nome e a suggerirlo alla mamma ormai prossima al parto. "Io gli davo di’ voi, a mi’ genitori, eh, se gl’avessi dato di’ tu… ". La città cambia ma il clima tra le mura domestiche resta il medesimo: il rispetto per i genitori è sacro e inviolabile. "Si faceva

le veglie nelle case, anche per carnevale, ci s’aveva i’ grammofano, ni’ dopoguerra i tedeschi ci lasciarono i’ grammofano", così ci racconta delle serate passate con familiari e amici, in occasioni di solennità religiose e feste parrocchiali. Cresciuta e poi sposata rimanendo in ambienti di paese, dove tutti conoscevano tutti, ci racconta delle botteghe del centro, di un centro città vivo, della laboriosità dei pratesi alimentata da questo senso di comunità. Che oggi le manca. "Esco fuori anche qui, il deserto, a volte lo dico forte: siamo ni’ deserto, qui non ho visto ancora nessuno", dice Romana parlando delle relazioni tra vicini. Dai suoi racconti appare tutto così diverso, distante: eppure,

a pensarci, non sono passati così tanti anni. Una Prato che cambia!

Sara Berti

Daria Montagni