REDAZIONE PRATO

Processo Sasch, la svolta. ‘Assolvere i 4 imputati’

La richiesta del pm Cosci a conclusione della requisitoria durata quasi due ore Nella prossima udienza parola alle difese ed è attesa la sentenza definitiva

Roberto Cenni patteggiò nel 2016 una condanna a due anni (pena sospesa)

Roberto Cenni patteggiò nel 2016 una condanna a due anni (pena sospesa)

Prato, 12 luglio 2025 – Colpo di scena all’ennesima udienza del processo Sasch, che a quasi quattordici anni dall’inizio dell’inchiesta sul crac dell’azienda di cui per decenni era stato alla guida l’allora sindaco Roberto Cenni.

Dopo che nel settembre 2016 la questione giudiziaria per Cenni si era chiusa con il patteggiamento di una condanna a due anni, è rimasto in piedi il processo per gli altri quattro imputati: Giacomo Cenni (difeso dall’avvocato Manuele Ciappi) Carlo Mencaroni (difeso dagli avvocati Alberto Rocca e Rachele Santini), Fabrizio Viscomi (difeso dagli avvocati Brachi e Berni) e Antonio Campagna (difeso da Andrea Torri).

Roberto Cenni fu, inoltre, assolto da uno dei reati più gravi contestati: la distrazione da sei milioni e mezzo di euro ottenuti dalla vendita dei marchi.

Ieri, infatti, in sostanza nella lunga requisitoria del pubblico ministero, Valentina Cosci, durata quasi due ore, ha chiesto l’assoluzione per tutti. L’accusa per tutti era di bancarotta fraudolenta.

Il magistrato nella requisitoria ha affermato che non sono emersi dal processo elementi né documentali né dichiarativi a soddisfare i requisiti oggi richiesti dalla giurisprudenza per ascrivere la responsabilità penale ad amministratori e sindaci.

D’altro canto i reati fiscali sono risultati prescritti e quelli societari non costituiscono reato per difetto dell’elemento soggettivo. L’udienza è stata aggiornata al 14 novembre prossimo.

Nel frattempo il pm depositerà una memoria. A quella data in autunno, inoltre, si attendono gli interventi delle difese prima della conclusione e a quanto pare ci sarà anche la sentenza definitiva che potrà mettere la parola fine ad uno dei processi più annosi, difficili e lunghi di Prato.

L’indagine sul crac del gruppo Sasch durò oltre due anni e mezzo, per chiudersi nel giugno del 2014. L’avviso di chiusura indagini aveva come ipotesi di reato la bancarotta fraudolenta, la più grande che si fosse mai vista nel distretto pratese legata a un crac da oltre 200 milioni di euro complessivi.

Gli avvisi di garanzia furono notificati nel dicembre del 2011. L’attenzione degli inquirenti era partita da Capalle, sede del marchio Sasch, per arrivare lontano, fino in Russia e in Cina.

Sa.Be.