ANTONIO MANNORI
Cronaca

Prato-Doganaccia, alla partenza in dieci

Eppure la mattinata nell’ultima domenica di luglio era splendida e con il sole, l’ideale insomma per raggiungere la montagna pistoiese....

Una gara amatoriale Foto d’archivio

Una gara amatoriale Foto d’archivio

Eppure la mattinata nell’ultima domenica di luglio era splendida e con il sole, l’ideale insomma per raggiungere la montagna pistoiese. In programma con partenza dalla sede della Misericordia di Prato in via Galcianese la 16^ Prato-Doganaccia una medio fondo che in passato ha avuto ottimi successi di partecipazione. Questa volta si sono ritrovati in 10 (dico dieci) al momento del ritrovo e della partenza. Un numero così basso nessuno se lo attendeva ad iniziare dagli organizzatori (si era assunta l’onere la Asd Moto Guzzi di Prato mancando una società organizzatrice) con l’ausilio del Csi, le quali avevano fatto di tutto per organizzare la manifestazione offrendo tutti i necessari supporti e servizi.

Sentiamo Domizio Spadi, motostaffetta di scorta tecnica che fa parte del gruppo pratese:. "Confermo con molta amarezza il numero dei presenti alla gara, dieci in tutto. Veramente se mi è permesso usare questo termine: uno strazio. Come organizzazione avevamo messo a disposizione premi per tutti, cronometristi ufficiali, medico al seguito della gara e due ambulanze. Ed ancora sette staffette di scorta tecnica, le auto di inizio e fine gara, quella del direttore di corsa, tutta la cartellonistica lungo il percorso e per finire era stato previsto il pranzo per tutti i partecipanti, mettendo a disposizione un bus navetta per il rientro a Prato dopo la discesa con bici sulla funicolare fino a Cutigliano".

Ebbene nonostante tutto questo un numero misero al via. "Numerosi cicloamatori - conclude Spadi – sono andati a gareggiare a Massa anziché venire a Prato, con maggiori spese per il viaggio e non conosco se a quella gara erano previsti premi. Siamo amareggiati e disgustati di quanto successo domenica mattina e chi guida nel ruolo dirigenziale il settore amatoriale in Toscana ha il dovere di fare qualcosa oltre a una disponibilità diversa dei cicloamatori".

Antonio Mannori