
La squadra mobile sta seguendo le indagini
Prato, 10 maggio 2025 – Un fendente al cuore che non gli ha lasciato scampo. E’ stato ucciso così Vladimir Llashi, albanese di 37 anni, colpito a morte al termine di una violenta rissa avvenuta giovedì pomeriggio, intorno alle 18,40, in un campo incolto vicino ai giardini pubblici di via Corridoni, zona via Liliana Rossi. La tragedia si è consumata nel giro di pochi minuti. Llashi è morto intorno alle 20 in ospedale dove è arrivato in condizioni disperate. Fra l’altro Llashi era latitante e proprio la mattina prima di essere ammazzato era stato condannato dal tribunale di Appello a otto anni per una serie di rapine messe a segno a Pistoia. Di lui si erano perse le tracce dopo che era evaso dai domiciliari.
La sera stessa del delitto, la squadra mobile ha bloccato due giovanissimi, albanesi di 17 e 19 anni, che si sono presentati al pronto soccorso portando in faccia i segni evidenti di un pestaggio. Ad accompagnarli in ospedale sono stati i responsabili delle case famiglia dove i giovani, incensurati e soli in Italia, sono ospitati. I ragazzi, dopo essere stati medicati, sono stati portati in Questura e interrogati per tutta la notte, assistiti dagli avvocati Roberta Roviello e Massimiliano Tesi. Oltre a loro è stato sentito un ventunenne, sempre albanese, rimasto ferito a un occhio in maniera non grave. Il giovane è nipote della vittima e sarebbe stato lui ad avere l’appuntamento in via Corridoni gli altri due giovani connazionali.
La procura, guidata da Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo per rissa aggravata e omicidio volontario e ha disposto l’autopsia sul corpo di Llashi per accertare il tipo di fendente che ha ricevuto. Presente alla rissa un altro albanese, anche lui già ascoltato dalla polizia. Per ora è difficile ricostruire con certezza quello che è accaduto.
Secondo quanto emerso, i due giovani avrebbero raccontato agli agenti di essersi presentati all’appuntamento con il ventunenne armati del cacciavite e di un taglierino. I due hanno sostenuto di aver avuto problemi con il ventunenne in passato a causa di un messaggio inviato a una ragazza. Quando il minorenne e l’amico – il primo frequenta una scuola per idraulico, l’altro lavora come elettricista – sono arrivati nel luogo fissato sono stati aggrediti – hanno detto –, presi a calci e pugni in faccia e allo stomaco. Il minorenne ha spiegato di aver quasi perso conoscenza a causa delle botte ricevute. Nel parapiglia Llashi è stato colpito con il cacciavite: il colpo ha trapassato l’addome finendo al cuore. Il nipote di Llashi e l’altra persona hanno chiamato i soccorsi e sul posto sono arrivate due ambulanze. Llashi è arrivato in condizioni disperate all’ospedale dove è morto poco dopo. Gli agenti della squadra mobile hanno subito rintracciato tutti i partecipanti alla rissa in ospedale e li hanno trasferiti in Questura.
Sul luogo del delitto è stato trovato il cacciavite che i giovani hanno detto di aver portato con loro per paura di quello che sarebbe potuto accadere. Per ora sono stati rilasciati. Per quanto riguarda il minorenne se ne occupa la procura dei minori.
La versione fornita dai giovani, però, non convince gli investigatori che continuano a indagare: le modalità e il fatto che i due si siano presentati all’appuntamento armati fa pensare che ci possa essere altro dietro e non solo una vendetta per un messaggio inviato a una ragazza.
Intanto ci sarà da stabilire chi ha inferto il colpo mortale a Llashi. Entrambi i giovani sostengono di non essere stati. Per questo potrebbero essere utili le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Poi si dovrà ricostruire il movente di tale violenta rissa. Perché i ragazzi sono arrivati armati all’appuntamento? Nessuna pista viene esclusa.