MARIA LARDARA
Cronaca

Mobilitazione per Gaza. Bandiere e negozi chiusi: "Non siamo complici"

Tanti pratesi si sono ritrovati davanti all’ingresso della A1, per unirsi in segno di solidarietà con le popolazioni palestinesi. Nelle scuole diversi insegnanti hanno aderito allo sciopero. Bandoni giù, come a "La bottega di Simone" .

Tanti pratesi si sono ritrovati davanti all’ingresso della A1, per unirsi in segno di solidarietà con le popolazioni palestinesi. Nelle scuole diversi insegnanti hanno aderito allo sciopero. Bandoni giù, come a "La bottega di Simone" .

Tanti pratesi si sono ritrovati davanti all’ingresso della A1, per unirsi in segno di solidarietà con le popolazioni palestinesi. Nelle scuole diversi insegnanti hanno aderito allo sciopero. Bandoni giù, come a "La bottega di Simone" .

Quando una storia, quella di Gaza, diventa una storia di tutti. Di tutti quei pratesi che in un lunedì mattina di lavoro e scuola si sono armati di ombrello e bandiere per imboccare una direzione diversa dalla solita routine. Non dietro la cattedra oppure ad alzare il bandone del negozio ma alla rotonda della Ruota del Tempo di Karavan, davanti all’ingresso della A1, per unirsi in segno di solidarietà con le popolazioni palestinesi.

Piccoli e grandi segni di una Prato mobilitata e pronta a spargere semi di solidarietà, ciascuno prendendo posizione a modo proprio: dalla famiglia che ha voluto illuminare le finestre di casa in piazza Mercatale con la scritta "Free Gaza" ad alcune attività che hanno deciso di tenere giù il bandone unirsi al corteo a Calenzano. È il gesto di Pamela Petracchi e Simone Millefiori de "La bottega di Simone". Ha scelto dove stare anche il locale "Stura", in via Verdi, con tanto di cartello "22/09/2025: chiusi dalla parte giusta". Poco più avanti, sotto le finestre del Metastasio sventolano le bandiere della Palestina. Il mondo della cultura fa sentire la sua voce in un luogo simbolico di resistenza e impegno civile com’è il teatro. "Iniziativa nata da una sensibilità comune della presidenza e soprattutto dei lavoratori – spiega il direttore artistico Massimiliano Civica - abbiamo fatto diverse riunioni, la maggioranza dei lavoratori insieme a me e al presidente Bressan ha deciso di esporre i vessilli in segno di solidarietà, vicinanza e partecipazione alle sofferenze indicibili e agli atti disumani che sta subendo il popolo palestinese".

Un bel pezzo di società civile ha scelto di non girarsi dall’altra parte, a partire dal mondo della scuola: presente all’appello anche il nutrito gruppo "Insegnanti di Prato per Gaza". D’altro canto, è a scuola che si forma l’esercizio del senso critico. Diversi studenti pratesi non hanno avuto lezione perché molti dei loro docenti si sono uniti allo sciopero indetto dai sindacati di base: alcuni dei più grandi si sono uniti alla manifestazione a Calenzano, altri hanno fatto rientro a casa. Nelle strade del centro si sono riversati ieri mattina tanti ragazzi con lo zaino. Alto il tasso di adesione al liceo Livi-Brunelleschi, circa il 30 per cento: qui il 10 settembre il collegio docenti aveva approvato un documento per condannare il genocidio palestinese e sabato alcune classi quarte e quinte avevano incontrato la cooperante Serena Baldini, presidente di "Vento di Terra" che opera anche in Palestina. "Rispetto ad altre occasioni di sciopero l’adesione è sensibilmente aumentata", sottolinea la preside Mariagrazia Ciambellotti. Anche al Copernico il dirigente Luca Borgioli parla di un’adesione significativa, una trentina su 133 professori: "Una giornata complicata perché avevamo la prima delle tre giornate di orientamento per le quinte". Adesioni a macchia di leopardo nei comprensivi: alle medie Fermi, le più grandi della città, alcune classi non sono entrate. Qui tra l’altro giovedì è stato diffuso un documento condiviso inizialmente dal corpo docenti, dall’infanzia alla secondaria, sottoscritto anche dal personale Ata. "Molti di noi -scrivono - hanno sentito l’urgenza morale, come docenti e come persone, di dichiarare la propria opposizione a quello che sta succedendo sotto i nostri occhi a Gaza". La campanella è suonata al conservatorio San Niccolò e la preside Mariella Carlotti ha motivato la decisione con una lettera indirizzata a studenti e docenti, invitando a ricordare con la preghiera nelle classi quanto sta avvenendo a Gaza di fronte a una tragedia, scrive, "che ci lascia sgomenti". "Le manifestazioni di protesta nelle nostre piazze non aiutano a capire, alimentano a volte odio e violenza"

Maria Lardara