
Don Luca Rosati parroco di Galciana insieme a Giovanni Mosca
Appunti dai quartieri per il futuro di Prato. Prima di lasciare l’incarico di delegato alle frazioni, Giovanni Mosca ha voluto lasciare qualcosa di più di un saluto di circostanza. Ha depositato un report ordinato e dettagliato con tutte le richieste raccolte in questi mesi di lavoro sul territorio: un inventario di problemi e necessità, quartiere per quartiere, che ora passa nelle mani del commissario prefettizio e, domani, di chi governerà la città. "Le richieste arrivate non sono finite in nessun cassetto", ha voluto rassocurare, ma saranno affidate agli uffici competenti perché vengano valutate e programmate.
L’elenco è fitto. Si parte dalle strade e dai marciapiedi dissestati che complicano la vita quotidiana: via Isidoro del Lungo, via Frescobaldi, via Fra’ i Campi a Galciana, via S. Ippolito, via Sironi, via dei Mille, via Longobarda, via Castruccio a Iolo, via Anzio, via Q. Martini, via Senio a Maliseti, via Brioni, via di Galceti, via Goldoni in zona Nord, via dei Cappuccini, via Giovanni Bacci in zona Est.
Poi c’è la sicurezza dei pedoni: il passaggio pedonale su viale Galilei all’altezza della ditta Banfi, definito "pericolosissimo"; via Bologna all’angolo con via di Coiano; via Montalese; via Coppola davanti all’asilo nido. In tanti chiedono interventi di "traffic calming" per rallentare le auto. Si tratta di accorgimenti visivi e strutturali per spingere gli automobilisti a ridurre la velocità come dossi artificiali, restringimenti di carreggiata, attraversamenti rialzati, isole pedonali, segnaletica più evidente. E ancora, la realizzazione di un marciapiede su via Scarlatti/via Ciulli, dalla stazione di Borgonuovo verso Galciana, oggi una strada ad alto rischio per chi si muove a piedi.
Un altro punto dolente è via Cavour: le auto parcheggiate impediscono il passaggio ai pedoni diretti in farmacia o in ospedale. La segnalazione, in questo caso, è arrivata direttamente dal Centro per i diritti del malato.
Capitolo sicurezza urbana: più presenza delle forze dell’ordine e telecamere di videosorveglianza, soprattutto a Maliseti e Galciana. Mosca ha inserito anche una nota di metodo: i vigili urbani, quando vanno nelle frazioni, dovrebbero scendere dall’auto, camminare tra le strade, farsi vedere, raccogliere direttamente le segnalazioni. "Le periferie non devono sentirsi sole e abbandonate - ha scritto - e non devono essere solo serbatoi di voti, né per la sinistra né per la destra. Il benessere si misura anche da questo".
Infine, una questione che mescola degrado e potenzialità: il laghetto tra via Mediterraneo e via Tirreno, nella zona verde di Galciana. Un’oasi frequentata da anziani e bambini che soffre l’incuria, nonostante una convenzione tra Comune e operatori del Piano di Zona Galciana 3 che dovrebbe garantirne la manutenzione. "Non siamo riusciti a portare a termine il recupero – spiega – sia per l’interruzione del mandato, sia perché quella convenzione non viene rispettata. Ma è una criticità che va risolta". Nella memoria di Mosca, restano le immagini di don Luca Rosati, parroco di Galciana, che affigge il volantino del progetto "Comune vicino" sulla bacheca della parrocchia e lo benedice. Un gesto simbolico di sostegno popolare, purtroppo rimasto senza un vero seguito operativo.
"Ho realizzato questo estratto delle segnalazioni - conlude Mosca - perché Comune vicino è stato un progetto importante, nato con uno scopo ambizioso. Lascio questo documento per rispetto al lavoro svolto e ai tanti cittadini che si sono recati allo sportello per avanzare segnalazioni e far presenti situazioni di disagio o degrado alle quali mi auguro potrà essere dato seguito". Ora quel fascicolo di segnalazioni è sul tavolo del commissario prefettizio. Domani, passerà a chi guiderà la città. Con una raccomandazione: avere una visione a 360 gradi. Perché non esistono problemi di serie A o di serie B: sono tutti tasselli della stessa idea di Prato, una città sicura, curata e vivibile.
Silvia Bini