
Il governo cambia le date dello switch off televisivo, che avrebbe dovuto prendere il via dal 1° settembre 2021 (con l’introduzione di un nuovo standard di trasmissione dei canali televisivi, l’Mpeg-4) e il 30 giugno 2022 (con l’avvio delle trasmissioni in Dvb-T2, il digitale terrestre di seconda generazione). Questo significa che le famiglie avranno più tempo per organizzarsi e cambiare gli apparecchi tv, se superati. Le televisioni nazionali dovrebbero lasciare l’attuale standard (l’Mpeg-2) per adottare il nuovo (l’Mpeg-4) - a partire dal 15 ottobre 2021 - ma su base sostanzialmente volontaria. Saranno le stesse tv – indica Romano Mati, presidente degli installatori elettrici ed elettronici di Confartigianato Imprese Prato – a scegliere quale dei loro canali irradiare in Mpeg-4.
E’ intanto arrivata l’ufficialità da parte del Mise di tale rinvio ma durante la riunione di fine luglio al l Ministero dello Sviluppo Economico, la Rai ha reso noto che trasmetterà in Mpeg-4 i suoi canali specialistici (come Rai Storia e Rai Sport), mentre aspetterà per quelli principali. I canali principali (come Rai 1, Rai 2 e Rai 3) verrebbero trasmessi in simulcast, sia in Mpeg-2 (vecchio standard) sia nel nuovo standard (Mpeg-4).
Le famiglie, quindi, avranno bisogno di un televisore capace di ricevere l’Mpeg-4 per vedere i canali specialistici della Rai mentre i principali - le reti ammiraglie - resteranno visibili a tutti. Per quanto riguarda Mediaset, la strategia certo sarà simile: alcune reti in Mpeg-4; le principali ancora in Mpeg-2.
Entro l’anno – spiega ancora Romano Mati – il governo adotterà un provvedimento e stabilirà quando e come il passaggio all’Mpeg-4 diventerà obbligatorio. La scadenza originaria del primo settembre 2021, dunque, dovrebbe cadere e dovrebbe slittare, anche, la seconda scadenza, quella del giugno 2022 che avrebbe dovuto segnare il passaggio al Dvb-T2 (il digitale terrestre di seconda generazione). Il passaggio avverrà a partire dal primo gennaio 2023, con modalità che il governo deciderà sempre con un suo provvedimento.
La scadenza del primo settembre del 2021 cade anche sotto un altro profilo. Da quella data le emittenti avrebbero dovuto liberare parte delle loro frequenze in banda 700. Questo processo di liberazione sarà rimodulato e rinviato. La Sardegna farà da apripista: in quella regione tutte le emittenti dovranno liberare le frequenze tra novembre e dicembre del 2021, anche per bloccare le interferenze (sulla banda 700) con Nazioni confinanti come la Francia. Entro giugno del 2022, sarà proprio la Toscana, insieme a Liguria, Umbria, Lazio, e Campania, a chiudere il processo di abbandono delle frequenze.