MARILENA CHITI
Cronaca

La Liberazione di Prato: "Intolleranza e razzismo sono derive insidiose. Attenzione ai segnali"

Alberti, presidente dell’Associazione nazionale ex deportati: "La politica ha ‘perso’ qualcosa, a sinistra e a destra. Si è appiattita e manca la formazione". "La Storia insegna ai giovani la consapevolezza".

Alberti, presidente dell’Associazione nazionale ex deportati: "La politica ha ‘perso’ qualcosa, a sinistra e a destra. Si è appiattita e manca la formazione". "La Storia insegna ai giovani la consapevolezza".

Alberti, presidente dell’Associazione nazionale ex deportati: "La politica ha ‘perso’ qualcosa, a sinistra e a destra. Si è appiattita e manca la formazione". "La Storia insegna ai giovani la consapevolezza".

PRATO Alberti, valori come la libertà e la democrazia hanno ancora la forza di essere guida nella costruzione della propria vita? "Sono valori potenti, di significato morale e umano. Non c’è un’immunità che ci mette al riparo dal passato. Il fascismo, esige una riflessione storica, ma dobbiamo rivolgere la nostra attenzione a quanto si può insinuare nelle nostre vite di oggi. Intolleranza e razzismo sono insidiosi, soprattutto in una realtà multietnica e complessa come quella di Prato. Si trovano sui social parole e modi che riecheggiano quelli del passato. Facciamo attenzione. Sono un campanello di allarme che i avverte di stare vigili" I giovani sono fortemente legati ai social. Possono imparare a scegliere il proprio percorso recuperando dall’esempio del passato? "Durante l’occupazione nazifascista molti giovani scelsero da che parte stare. Sacrificarono la loro vita per una scelta. Ho visto con l’esperienza del consiglio comunale degli studenti delle medie tanta attenzione quando abbiamo organizzato iniziative per spiegare la nostra storia, quella nazionale e quella cittadina. Nelle classi, talvolta si fa tanta fatica ad arrivare a svolgere il programma fino alla seconda guerra mondiale rischiando di non imparare a conoscere il passato più recente, come è nata la storia di oggi. Ma i ragazzi seguono, sono curiosi". E quando lasciano la scuola media? "In molti giovani maturano nuove consapevolezze, come quella di diventare protagonisti attivi. I più interessati e informati, diventano rappresentanti degli istituti che frequentano, stimolano dialogo, cominciano a scegliere di non stare a guardare. Si impegnano nel sociale e dove c’è da scegliere non si sottraggono". Sembra però che ancora l’Italia faccia fatica a riconoscersi in valori comuni. Perché nonostante il sacrificio di tanti? "Non c’è stata pacificazione tra vincitori e vinti. La Patria è nata dalla Resistenza. Il 25 aprile è la ricorrenza di tutti. La liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione tedesca è stata il frutto di una drammatica lotta per libertà e la democrazia. Questo dovrebbe essere il faro che ci tiene uniti". Responsabilità della politica? Papa Leone XIV quando lo scorso giugno ha ricevuto i parlamentari ha ripetuto che l’azione politica è la forma più alata di carità, a sottolineare che la politica deve cercare il bene comune. "La politica è diventata meno passione, meno consapevolezza, meno competenze. Manca la formazione. Ha meno capacità di volare, si è appiattita. Non riesce a trovare una sintesi. Ci sono responsabilità a sinistra e a destra". Da ottanta anni non siamo più coinvolti direttamente in una guerra, ma le immagini tragiche della guerre, con morti e distruzione, entrano ogni giorno nelle nostre case. Siamo più fragili? "Dopo la seconda guerra mondiale, nonostante i due blocchi, si avviò gradualmente un processo di integrazione europea Non fu una sfida facile. Ma c’era una volontà di ricostruire. Comunque, negli anni Novanta ci fu il conflitto in Bosnia e in Erzegovina, oggi l’Ucraina. L’Europa deve essere più guida nel tenere insieme. Quando rinnoviamo l’amicizia nata con il gemellaggio tra noi ed Ebensee e ci troviamo davanti al campo di concentramento ci sono tante altre persone di altri Paesi europei. Lì siamo e facciamo l’Europa che celebra la fine della guerra e l’idea di una pace durevole". Marilena Chiti