
La coda davanti alla Questura di Prato per il rinnovo del permesso di soggiorno: un cittadino su quattro non ha la cittadinanza
A Prato una persona su quattro vive senza cittadinanza italiana. Sono oltre 50.000 i residenti privi di pieni diritti civili, 13.000 i giovani nati o cresciuti in città ma ancora considerati stranieri. Di fronte a questi numeri, trentaquattro tra associazioni, sindacati e forze politiche hanno promosso una mobilitazione pubblica per chiedere un cambio radicale delle politiche su immigrazione e cittadinanza. L’appuntamento è per giovedì 29 maggio alle 17.15 in piazza del Comune, con una manifestazione che vuole dare voce a chi oggi vive in una condizione di invisibilità burocratica. Il cuore dell’iniziativa è il documento "Prato chiama l’Italia: per una nuova politica su immigrazione e cittadinanza", nato dall’assemblea pubblica del 13 aprile al circolo Cherubini di Grignano. Oltre 400 partecipanti hanno discusso delle difficoltà quotidiane affrontate da chi, pur vivendo da anni in Italia, si scontra con attese interminabili per i permessi di soggiorno, discriminazioni nell’accesso alla casa e al lavoro, esclusione dai servizi essenziali.
Il documento propone sette interventi. Tra questi: il decentramento amministrativo con Prato città pilota per il rinnovo dei permessi di soggiorno, la creazione di un fondo regionale contro la discriminazione residenziale, la piena applicazione del diritto all’iscrizione anagrafica per i senza fissa dimora. In ambito di cittadinanza, si chiede una riforma nazionale che superi l’attuale vincolo dei dieci anni di residenza, introducendo lo Ius Soli e lo Ius Culturae. Si propongono inoltre percorsi di supporto psicologico, amministrativo e familiare per i giovani con background migratorio, un patto contro la precarietà che rompa il legame tra permesso, casa e lavoro, e il potenziamento dei servizi di accoglienza.
"Prato non è una città spaccata - afferma Moustapha Diagne, presidente dell’associazione dei Senegalesi - è una città plurale e accogliente, capace di rivendicare diritti essenziali in modo compatto". Prato è oggi il territorio più multietnico d’Italia: "Otre 50.000 persone vivono e lavorano qui senza poter votare, ottenere un alloggio pubblico o un documento d’identità – sottolinea Nassira Camara, dell’associazione Mali –. Non chiediamo favoritismi, ma dignità".