REDAZIONE PRATO

La direzione del Pd . Documento del vertice discusso e congelato. Bugetti: "Ognuno rifletta"

Regge la non belligeranza tra componenti minoritarie e vertice Schlein. Il segretario lancia una sorta di Comitato di controllo sui contributi privati .

Regge la non belligeranza tra componenti minoritarie e vertice Schlein. Il segretario lancia una sorta di Comitato di controllo sui contributi privati .

Regge la non belligeranza tra componenti minoritarie e vertice Schlein. Il segretario lancia una sorta di Comitato di controllo sui contributi privati .

Un documento da utilizzare come riferimento per il confronto prossimo (l’assemblea) ma di fatto congelato. Il ritorno di Ilaria Bugetti sulla scena del suo partito. La non belligeranza nuovamente sancita tra vertice (Schlein) e le altre componenti (riformisti di Biffoni e il gruppo dei Bugettiani). Sono questi i tre scenari che hanno caratterizzato l’ultima riunione della Direzione di mercoledì sera al circolo di Vergaio (è finita alle due di notte). Molta partecipazione e confronto vibrante (presenti 70 membri effettivi, pari all’80% del totale, 87, oltre a segretari dei circoli Pd, membri di diritto e invitati).

Ad aprire i lavori è stato il segretario Marco Biagioni che ha illustrato i contenuti del documento politico elaborato anche con il contributo della segreteria provinciale. "Biagioni, unitamente al documento, ha proposto di aprire subito una nuova fase di discussione, questa volta aperta a tutta la città, da concretizzarsi con una grande assemblea pubblica" si legge in una nota del partito. Il documento, come sottolineato dallo stesso segretario, "rappresenterà una base di partenza per la discussione, aperta ai contributi di iscritti, elettori e cittadini". Come è finita? "Al termine del dibattito la Direzione ha approvato le conclusioni del segretario e preso atto del documento politico". Che non è stato votato per non dividersi e non sancire fratture che restano, ma non sono certificate nero su bianco.

Il documento, che ripropone molte delle cose evidenziate da Biagioni nell’intervista a La Nazione, è stato ampiamente discusso. Si è evidenziato maggiormente l’atto di scuse del Pd alla città in una autocritica più profonda, si è definito meglio il concetto di stop di soldi dalle imprese (Biagioni propone una sorta di Comitato di controllo del partito per risorse che arrivano ai candidati) e si è dato fiato nuovamente alla fase della "nouvelle vague" dem locale. E’ stato deciso di non votare il documento ma di prenderlo a riferimento per il percorso "più condivisibile possibile". E’ stato questo il segnale della riaffermata non belligeranza, interpretata anche dai Biffoniani. Dall’area riformista però si guarda con attenzione a due aspetti: chi metterà il vertice Pd quali candidati con l’ex sindaco per il voto regionale e come andrà il risultato toscano a Prato. In ogni caso per i biffoniani "il congresso non può essere rimandato ad oltre Natale".

Intenso il discorso di Ilaria Bugetti. Poche parole dirette. "Ringrazio tutti per la vicinanza ricevuta da moltissimi di voi, parlerò davvero pochissimo. Mi sono assunta la responsabilità della decisione che ho preso: dimettermi. Non ero obbligata, non ho ricevuto imposizioni. L’ho scelto. Perché credo nel senso del dovere di un amministratore della cosa pubblica. Ben consapevole che la decisione condivisa fosse quella di lasciare la città nelle mani del vicesindaco; purtroppo non è stato possibile e sono consapevole di aver lasciato la città nelle mani di un tecnico - ha detto - La politica nel Comune di Prato non esiste più. Sì questa è la mia responsabilità, unico atto che potesse garantire a chi ha il compito di vigilare di farlo nella massima libertà. Io sono qui ora, posso esserci e con questo mio intervento voglio solo porvi una riflessione. L’intento che vi ha mosso nel redigere questo documento. Il bene per la città? Il bene del partito? Altro? Da molti di voi ho sentito degli spunti, io vi chiedo di fare un’ ulteriore riflessione dentro ciascuno di voi, perché per ognuno il sentire è diverso e poi una riflessione collettiva. Solo questo".

Luigi Caroppo