
Ieri il grande evento con la street band in centro e poi il compleanno si è spostato al Politeama. La presidente Giorgi: "Grazie ai volontari e ai nostri benefattori abbiamo realizzato progetti innovativi" . .
Musica, sorrisi, cartelloni colorati. E’ ‘Cui’ la festa, e chiediamo perdono alla grammatica. La Cooperativa Unitaria Invalidi ha festeggiato ieri i suoi cinquant’anni con un evento che ha animato il centro storico di Prato, con le note della street band "La sganghenga", e poi il Teatro Politeama, dove è andato in scena uno spettacolo con video e musica che ha raccontato la storia di questa fondamentale realtà.
Perché la Cui è una delle esperienze cooperative più longeve della Toscana, un progetto anticipatore per l’inclusione delle persone diversamente abili attraverso attività creative manuali. I numeri raccontano una realtà importante: nel centro diurno attualmente sono 60 gli utenti, dai 20 ai 70 anni con patologie differenti. Con loro sono impegnati 20 operatori, di cui 15 soci. Ma dal 1975 sono stati circa 250 le ragazze e i ragazzi, ma anche gli adulti, che hanno vissuto l’esperienza attiva della cooperativa.
"Se siamo qui dopo 50 anni ancora vivi, vitali e pieni di voglia di futuro è grazie a tutti quelli che ci hanno preceduto, alle Istituzioni che si sono avvicendate, ai ragazzi, che sono il vero cuore pulsante, ai loro familiari, agli operatori che, con competenza, professionalità e grande forza di volontà hanno affrontato anche i momenti più difficili, come durante la pandemia,inventandosi di tutto pur di sostenere i ragazzi e le loro famiglie – ha detto la presidente Ambra Giorgi – Grazie ai volontari e ai nostri benefattori che ci hanno permesso di realizzare progetti innovativi. Grazie a tutte le altre cooperative sociali della Rete Insieme. Appuntamento quindi al Politeama fra 50 anni".
La Cui, lo ricordiamo, è nata da un gruppo di genitori negli spazi di via Targetti, poi nel 2015 il trasferimento in via di Reggiana. Il rapporto con la comunità pratese negli anni si è fatto sempre più solido, con i ragazzi delle scuole e il patto con le altre realtà di "Rete Insieme", di cui fanno parte anche New Naif, Girasole, Kepos, Margherita e Tartaruga. I ragazzi che sono passati per il centro della Cui negli anni hanno realizzato oggetti incredibili, che raccontano come la creatività, il lavoro manuale, possa diventare terapia oltre che un ‘ponte’ verso gli altri, una forma di socializzazione.
m. c.