MARIA SERENA QUERCIOLI
Cronaca

Il maxi alveare nel palazzo. Due giorni per spostare le api. L’esperta: "Mai il fai da te"

Con questo mese si chiuderà il periodo della ‘sciamatura’, quando lo sciame abbandona l’alveare per formare una nuova colonia. L’apicoltrice Melosi ha recuperato quello alla Pietà.

Con questo mese si chiuderà il periodo della ‘sciamatura’, quando lo sciame abbandona l’alveare per formare una nuova colonia. L’apicoltrice Melosi ha recuperato quello alla Pietà.

Con questo mese si chiuderà il periodo della ‘sciamatura’, quando lo sciame abbandona l’alveare per formare una nuova colonia. L’apicoltrice Melosi ha recuperato quello alla Pietà.

Con il mese di giugno si chiude il periodo della "sciamatura" delle api, il momento in cui uno sciame abbandona l’alveare per formare una nuova colonia. La sciamatura, però, l’apicoltore la può evitare seguendo nei mesi precedenti alcune accortezze. A Prato l’ultimo intervento per il recupero di un gigantesco sciame è stato nel weekend del 2 giugno, in via della Rondine, a La Pietà ed è durato due giorni. Le api avevano creato un enorme alveare (di circa 80 per 60 centimetri) nella cornice esterna di una finestra, al terzo piano. Sono servite ore e ore di lavoro coordinato fra i vigili del fuoco di Prato, che hanno messo a disposizione la piattaforma con cestello, e una apicoltrice di Poggio a Caiano, Tiziana Melosi che da dieci anni produce il miele ed è intervenuta salendo sul cestello. Quelle api, adesso, dopo una disinfettazione di tipo naturale, sono nel suo alveare a produrre miele.

"Nel 2024 – racconta Tiziana Melosi – devo dire ho fatto più interventi di recupero, quest’anno ci sono state meno sciamature. Uno sciame, sempre a Prato, non è stato possibile recuperarlo perché si era introdotto in un tubo". Nei mesi primaverili occorre fare una certa assistenza all’apiario per evitare la sciamatura ovvero aprire spesso le arnie, dividere l’alveare così la nuova arnia dovrà far crescere una propria regina, mentre l’alveare madre avrà un mielario aggiunto. L’ape regina non abbandonerà l’alveare sino a quando non vedrà la nuova regina e, per questo, è fondamentale l’occhio attento dell’apicoltore. "Durante la sciamatura – aggiunge Tiziana – le api decidono insieme dove costruire la nuova casa, dopo aver ispezionato vari luoghi, e così è nato quell’alveare gigantesco a La Pietà. Sono animali eccezionali, affascinanti e lavorare con le api fa superare la paura nei loro confronti". Ogni ape ha il suo ruolo nell’alveare (ape operaia, ape guardiana, ape bottinatrice...) e ora sta partendo la produzione del miele che durerà sino alla fine dell’estate. Dopo, le api andranno "invernate" cioè preparate all’inverno.

Tiziana Melosi è apicoltrice per hobby e quindi ha 10 arnie che segue con grande passione. La rimozione degli alveari, è utile ricordarlo, può essere fatta solo dagli apicoltori in quanto le api sono specie protette. "In quel caso del palazzo – spiega l’apicoltrice – ho dovuto individuare la regina che ho anche visualizzato perché marchiata e piano piano le ho trasferite nella mia arnia di legno. L’arnia però era troppo piccola, quindi sono state necessarie più fasi. Fondamentale è stato il supporto dei vigili del fuoco con il loro cestello perché in quella posizione, dall’interno di casa sarebbe stato impossibile. E per fortuna sono state individuate in tempo: se entrano nei rotolanti delle finestre diventa complicato". Per eliminare l’alveare, in qualunque luogo, non bisogna mai ricorrere a metodi fai-da-te: serve l’apicoltore. E’ importante anche, per la propria sicurezza, saper distinguere le api dalle vespe e dai calabroni. Infine, c’è il bombo e, come le api, non è un insetto aggressivo, ma può pungere in caso di difesa.

M. Serena Quercioli