
Dopo l’assemblea di Galciana restano molti punti interrogativi. Avs e Sce chiedono condivisione vera. E i civici da coinvolgere davvero .
Agosto caldo: il Pd pratese dovrà giocare più partite dopo la partecipata assemblea di Galciana, che di fatto chiude il ciclo seppur insufficiente di confronto. Due partite emerse in maniera evidente: al proprio interno per trovare un percorso condiviso non facile (tra vertice e riformisti) e verso il popolo dem da riconquistare davvero dopo la crisi di fiducia. Ma c’è anche l’altro campo, quello largo, da tornare a coltivare, con modalità diverse. Pd maggioritario, ma non per forza egemone: questo il messaggio emerso dagli alleati (i partiti di Sinistra) nel lunedì sera di autoanalisi.
Se si aspettano segnali più precisi dal Movimento 5Stelle, impegnato in queste ore a dirimere il Giani sì-Giani no per l’alleanza ampia in vista delle Regionali, altri segnali sono arrivati piuttosto esplici e chiari.
Nel corso dell’assemblea, Alessio Laschi (Sinistra Italiana-Alleanza Verdi Sinistra) ha ribadito che "pur essendo legittimo che il candidato possa appartenere al Partito Democratico, la scelta deve avvenire in modo condiviso". Un cambio di passo: "Non possiamo attendere che le correnti interne al Pd trovino un’intesa per poi trovarci di fronte a un nome già deciso, su cui non possiamo né esprimerci né incidere". E allora "la candidatura va costruita insieme, con rispetto e partecipazione reale". Laschi ha inoltre sottolineato che Sinistra Italiana-Avs "oggi rappresenta una forza politica sempre più centrale e in movimento". Lo dimostra la grande affluenza registrata nei due giorni di festa al circolo Rossi di Sant’Ippolito nello scorso fine settimana: "E’ stata una scommessa vinta, che ci consegna una nuova e importante responsabilità. Il consenso, anche a Prato, sta crescendo: ne siamo consapevoli e ci stiamo già preparando, lavorando attivamente sui nominativi per il collegio pratese. In questo contesto, ci consideriamo una “mina vagante”, determinata a incidere concretamente nelle scelte politiche della città" conclude Laschi.
Punti fermi, nuovi, anche da Daniele Panerati, vecchia volpe della politica pratese, ora in Sinistra civica ecologista. Lunedì anche lui ha parlato chiaro: "Non possiamo far finta che la vicenda che ha portato alle dimissioni della sindaca sia stato un inciampino... Quando accadono queste cose è perché qualcosa non va...". Anche Sce chiede maggiore condivisione nelle scelte: da fare prima insieme perché basta ricevere nomi e programmi al massimo con ricevuta di ritorno.
Poi c’è il variegato mondo civico che ha sostenuto con liste proprie, particolarmente piaciute all’elettorato che non volevano votare i partiti tradizionali, il campo largo. Un tesoretto da 11 per cento, quindi non bruscolini, come ha sottolineato con forza Enrico Romei, approdato alla prima esperienza in consiglio comunale con la lista "Questa è Prato".
Le 48 ore dopo la maxi assemblea in casa Pd sono state occasione per iniziare a dare gambe alle esigenze uscite dal confronto di Galciana: in primo luogo c’è bisogno di creare un filo diretto tra segreteria e base, tra vertice e circoli. Si aspetta di sapere se la Festa dell’Unità si fara. Anche quella potrebbe essere un’occasione di confronto. Perché va bene Galciana, ma il dibattito è rimasto strozzato e non si è esaurito lì.
Luigi Caroppo