REDAZIONE PRATO

Accordo Ue-Usa sui dazi: "Il contraccolpo si sentirà anche sulla logistica"

Albini (presidente sezione trasporti Ctn) suggerisce "di affidarsi a organizzazioni di consolidata esperienza" e alle piccole medie imprese "di gestire la catena di approvvigionamento" passando da varie modalità di movimentazione merci.

Rallentamenti ed ostacoli ci saranno anche per la movimentazione delle merci

Rallentamenti ed ostacoli ci saranno anche per la movimentazione delle merci

"Il raggiunto accordo sui dazi tra Unione Europea e Stati Uniti, dai confini assolutamente incerti e vaghi, genera un clima di incertezza che penalizza imprese e investimenti. E, in economia, l’incertezza costituisce essa stessa un freno". Così Federico Albini, presidente sezioni trasporti e logistica di Confindustria Toscana Nord in riferimento al patto economico siglato tra Unione Europea e Stati Uniti che fissa al 15% i dazi delle esportazioni di prodotti tricolore verso gli Usa.

Un settore delicato e molto importante per un distretto, come quello pratese, che è vocato all’export per la particolarità della propria manifattura ed i dei suoi prodotti.

"In questo contesto le imprese esportatrici devono mettere in conto anche l’instabilità logistica in cui le decisioni aziendali diventano sempre più tattiche anziché strategiche – mette in guardia Albini –. Non sarà facile, soprattutto per le imprese medio-piccole gestire la catena di approvvigionamenti, laddove è fondamentale agire in massima flessibilità e con capacità di passare rapidamente tra modalità di trasporto diverse (aereo-marittimo)". E’ partendo proprio da questo stato dell’arte che il presidente Albini invita gli imprenditori a muoversi con la dovuta prudenza: "Diventa essenziale affidarsi a imprese di consolidata esperienza nell’organizzazione dei trasporti, della logistica e delle operazioni doganali e che già altre volte, in questi pochi anni hanno resistito a quelle che sarebbero potute essere tempeste perfette".

E al riguardo Albini elenca i momenti di tensione e criticità "dalle imponenti limitazioni dei commerci dovute al covid, all’esplosione dei costi dei carburanti, fino alla recente grave criticità dovuta al rischio dell’attraversamento del canale di Suez a seguito del conflitto in Israele".

Una regola, quella dell’affidabilità dell’organizzazione dei trasporti, "che dovrebbe essere una generale ma che vale tanto più adesso e nei mesi a venire: se da un lato il contraccolpo anche psicologico dell’annunciato nuovo regime dei dazi è immediato, gli effetti forti saranno fra qualche mese, quando il quadro sarà ricomposto e dovremo essere in grado di affrontarne le maggiori criticità".

Albini, però, spezza una lancia a favore del distretto. "A favore delle nostre imprese gioca comunque l’apprezzamento verso le merci che il mercato statunitense ci ha sempre dimostrato, e che sinceramente crediamo siano difficilmente sostituibili da altre capaci di ispirare analogo appeal", sottolinea con sicurezza.

E chiude il ragionamento con un auspicio e con una richiesta che interessa in primis il movimento delle merci all’interno della Ue. "Una sola certezza infine, in questo contesto complicato e fumoso, è data dalle misure che il Governo, d’intesa con l’Unione Europea, potrebbe assumere – afferma – Occorre adesso ridurre gli ostacoli commerciali interni all’Unione, di cui molti parlano ma di cui il Fondo Monetario Internazionale ha misurato gli effetti,attestando che una riduzione del 10% delle barriere interne al commercio e alla produzione multinazionale potrebbe generare una crescita del PIL europeo del 7%". Che cosa comporterebbero questi tipi di misure? "Ciò significherebbe aprire i settori ancora protetti, liberalizzare i servizi, armonizzare le normative e, per noi operatori dei trasporti, ammodernare le infrastrutture di frontiera ed abbattere le frontiere doganali interne all’Unione – conclude Albini – Per il nostro continente, riprendere a crescere e stare così con piena dignità, al tavolo internazionale delle trattative".

Sa.Be.