
Ana Maria Andrei La guardia giurata ha confessato il suo omicidio e ha indicato dove ha abbandonato il corpo: al casolare alle Panteraie
Sono di Ana Maria Andrei i poveri resti ritrovati nel campo accanto al casolare degli orrori, a Montecatini, dove Vasile Frumuzache li avrebbe abbandonati dopo l’omicidio. A confermarlo è stato l’esame svolto dal dottor Ugo Ricci, genetista, nella Forensic Genetic Unit di Careggi. Il reperto è stato comparato con il profilo genetico depositato dalla sorella della vittima, Valentina, che è arrivata lunedì dalla Romania per sottoporsi al test. Ana Maria Andrei, 27 anni, rumana, era scomparsa un anno fa da Montecatini.
"La famiglia di Ana Maria in tutti questi mesi ha sofferto tantissimo – ci racconta la signora Flavia Paun, a cui la famiglia Andrei ha affidato la procura generale in Italia, per poter incaricare il legale che li rappresenta, l’avvocato Alessio Stefanelli di Pistoia– I genitori e la sorella di Ana Maria non potevano immaginare che la loro figlia fosse in pericolo. L’anno scorso, ad agosto, la aspettavano a casa per le vacanze. Ma lei non è mai arrivata. Ora il loro pensiero è solo quello di poterle dare una sepoltura nel suo paese dopo il funerale". Ma ci sarà ancora da attendere l’ultimo atto, ovvero la liberazione della salma, per poi disporne il rientro in Romania.
Ana Maria Andrei aveva 27 anni. La denuncia di scomparsa è stata presentata il primo agosto di un anno fa da una delle sue più care amiche e le ricerche sono partite immediatamente, sia in Italia che in Romania.
Vasile Frumuzache, 32 anni, guardia giurata, in carcere dallo scorso 4 giugno, per l’omicidio di Maria Denisa Pan, avvenuto a Prato lo scorso 15 maggio, aveva confessato di aver ucciso un anno fa anche Ana Maria Andrei, solo dopo che gli inquirenti avevano trovato nel suo garage la Bmw della ragazza, che era stata riverniciata.
L’avvocato Diego Capano, che difende Vasile Frumuzache, aveva presentato ricorso contro la misura di custodia cautelare disposta nei confronti della guardia giurata reo confesso dell’omicidio delle sue due connazionali. Ma ieri, davanti al tribunale del Riesame, la difesa ha rinunciato a portare avanti il ricorso.
L’uomo è detenuto nel carcere fiorentino di Firenze. Alla Dogaia era stato aggredito da un altro detenuto, Guma Ionut Cristi che ha motivato il gesto dicendo che la guardia giurata gli aveva detto "ce ne sono altre da trovare".
M. V.