
Le indagini della guardia di finanza sono state coordinate dalla Dda di Firenze
Terreni, immobili, società e conti correnti per un valore di oltre 11,1 milioni di euro sono stati sequestrati in Toscana (anche a Prato), Lazio Campania, Veneto e Sardegna dalla guardia di finanza in esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Firenze, nell’ambito di un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia che vede 15 persone indagate – fra cui due pratesi –, a vario titolo, per emissioni di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni fiscali. Stimato un danno per l’Erario di oltre 11 milioni di euro.
Il sequestro ai fini di confisca eseguito costituisce la prosecuzione dell’inchiesta ‘esplosa’ lo scorso primo luglio con tre arresti in carcere e 12 ai domiciliari tra Toscana, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Campania. Al centro delle indagini del Gico della guardia di finanza, con il supporto dello Scico, partite nel 2020, un’organizzazione criminale attiva prevalentemente tra Firenze, Prato e Salerno, composta anche da professionisti ed esperti nel settore contabile, e dedita, spiega la procura fiorentina, alla sistematica acquisizione di società la cui finalità era quella di porre in essere indebite compensazioni di debiti tributari tramite l’utilizzo di crediti fiscali fittizi connessi a inesistenti attività di "Ricerca e sviluppo" formalmente rese da "cartiere" prive di una reale struttura aziendale.
Per gli investigatori, i progetti di "Ricerca e sviluppo", da sistemi di intelligenza artificiale a progetti olografici, erano stati predisposti "a tavolino" da un ingegnere salernitano - organizzatore del sodalizio e figura autorevole per conferire validità scientifica ai progetti - in collaborazione con un commercialista pratese impegnato nel predisporre bilanci fittizi per garantire che i parametri previsti dalla normativa che conferisce agevolazioni fiscali alle start up venissero rispettati. Il gip ha quantificato i profitti pari al risparmio di spesa realizzato, nei confronti di 8 società (con sedi a Firenze, Prato, Bologna e Roma) e cinque persone fisiche, tutte indagate per indebite compensazioni.