
Tre novità tutte italiane al cinema Eden. Attesissimo, ecco a Prato "Padrenostro", film diretto da Claudio Noce che in parte racconta una storia autobiografica affidano il ruolo del padre al camaleontico Pierfrancesco Favino. Il film prende spunto dall’attentato avvenuto nel 1976 in cui il padre del regista, il vicequestore Alfonso Noce, fu ferito gravemente mentre persero la vita un poliziotto e un terrorista. Il tutto visto e riletto attraverso gli occhi di un bambino (il piccolo Claudio Noce oggi regista). La prima mezz’ora di film fa ben sperare. Poi purtroppo qualcosa si inceppa tanto da diventare un film a tratti confuso, pur riuscendo a conservare un certo "fascino estetico". Straordinario il ragazzino protagonista. Ruolo quasi da attore non protagonista per un Favino che comunque ha vinto la Coppa Volpi a Venezia come migliore attore. In ogni caso "Padrenostro" risulta essere un film più che dignitoso. Seconda novità all’Eden, "Lacci", nuova regia del sempre bravo Daniele Luchetti con Silvio Orlando, Laura Morante, Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Alba Rohrwacher. Commedia al femminile nella terza proposta dell’Eden, "Burraco fatale" per la regia di Giuliana Gamba. Quattro amiche che hanno in comune la passione per il burraco: Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti. Con la partecipazione straordinaria di Loretta Goggi, nel ruolo della suocera di una di loro.
Al Terminale si prosegue con "Le sorelle Macaluso" dell’attrice regista (soprattutto teatrale) Emma Dante e la novità "Easy living – la vita facile", piccolo film italiano che merita attenzione. Infine il Pecci propone "The hidden life – la vita nascosta" l’ultimo film di Terrence Malick, uno dei registi più misteriosi della storia del cinema. Pochi film, poche foto, poche apparizioni pubbliche. Ottima riproposta della copia restaurata di un capolavoro degli anni ’80, "The elephant man", che mise in luce il talento di David Lynch. La storia vera di un uomo mostruoso e deforme che tutti scansavano nella Londra di fine ottocento. Nel cast, allora sconosciuto, un grande Anthony Hopkins. Da vedere o rivedere a quarant’anni dalla sua uscita.
Federico Berti