E' morto Paolo Rossi, eroe dei Mondiali di Spagna '82

Pablito aveva soltanto 64 anni, è morto per un male incurabile

Paolo Rossi

Paolo Rossi

Prato, 10 dicembre 2020 - E' morto Paolo Rossi, Pablito, un altro pezzo della storia del calcio. A pochi giorni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, arriva nella notte la notizia della morte di Paolo Rossi, il bomber per antonomasia, l'eroe gentile e timido dell'Italia che, nel 1982, fece esplodere le piazze vincendo in Spagna il suo terzo Mondiale. Paolo Rossi, il fratello: "Ha lottato con tutte le sue forze contro la malattia"

Federica Cappelletti

Morto Paolo Rossi, Prato in lutto per il suo eroe / Morto Paolo Rossi, le foto della sua carriera 

Era malato da tempo

Paolo Rossi era malato da tempo. Era stato già ricoverato nei mesi scorsi tra Arezzo e Siena. Ma con grande discrezione non aveva mai rivelato niente della sua malattia. Era sempre assistito da vicino dalla moglie, Federica Cappelletti, giornalista e collega a La Nazione. E' spirato all'ospedale Le Scotte di Siena. "Paolo si è spento all'ospedale di Siena in un ambiente che lo ha curato con grande professionalita' e umanità - dice la moglie - Le cure e le attenzioni nei suoi confronti sono state totali, non solo dal punto di vista medico ma anche sotto il profilo affettivo, in un ambiente bello e sereno che ci ha permesso di vivere con intimità i momenti più duri della malattia così come gli ultimi attimi prima del saluto".

Il fratello: "Ha lottato fino all'ultimo"

"Ha lottato fino all'ultimo": il fratello di Paolo Rossi, Rossano, racconta a La Nazione gli ultimi mesi del campione del Mundial '82 (LEGGI)

Il figlio: "Un papà umile e altruista"

"Un grande papa' per noi". Così Alessandro Rossi, 38enne figlio maggiore di Paolo, ricorda il padre in un'intervista a Raisport dopo la scomparsa dell'eroe dei Mondiali '82. "Umile, generoso, sempre presente, con una parola carina che ti rassicurava, una persona generosa che non ha mai detto di no a nessuno, sempre disponibile ad aiutare gli altri. La sua dote più grande era l'altruismo ed essere sempre pronto ad aiutare qualcuno", ha detto Alessandro Rossi. "Tutti ci sono stati vicini, papà si e' fatto amare, era una persona fantastica e la gente ha ricambiato l'amore fino a oggi. Papà non si preoccupi, ci sarò sempre io per le mie sorelline e per la nostra famiglia, gli ho promesso che non manchero' mai e che saro' sempre presente per tutti e per tutta la vita. Rimarrà sempre nei nostri cuori".

I primi calci, poi il passaggio alla Juventus

Nato a Prato il 23 settembre 1956, Rossi, stroncato a 64 anni da un male incurabile, si fece conoscere al grande pubblico con il Vicenza di Fabbri, si consacrò nel Perugia del primo sponsor sulle maglie e divenne 'Pablito' nell'estate del 1982, due anni dopo il suo passaggio alla Juventus.

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La squalifica e gli anni bui

Non fu facile per la punta toscana tornare a calcare i campi, dopo aver perso l'Europeo casalingo del 1980 per una squalifica di due anni a causa di una presunta combine di Avellino-Perugia, match in cui peraltro segnò una doppietta. Rossi tornò giusto in tempo per togliere il posto al romanista Roberto Pruzzo, che finì la stagione da capocannoniere, e per prendere per mano la Nazionale di Enzo Bearzot ai Mondiali di 'Spagna 1982'.

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Così nacque Pablito

Dopo una prima fase non certo esaltante, Rossi si trasformò come per magia in Pablito, realizzando tre reti al Brasile dei fenomeni Zico e Falcao, due in semifinale alla Polonia di Boniek e uno, il primo, nel match per il titolo al 'Santiago Bernabeu' di Madrid con la Germania Ovest di Rummenigge, vinto dagli azzurri per 3-1 sotto gli occhi felici del presidente della Repubblica Sandro Pertini.

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La cavalcata verso il sogno

Una cavalcata incredibile per un attaccante definito 'di rapina' per un fiuto del gol che nel tempo ha avuto pochissimi rivali. Insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri, Rossi detiene ancora il record italiano di marcature in una rassegna iridata a quota 9 gol, ed e' stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo, quello verdeoro) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, assieme al titolo di capocannoniere, e il Pallone d'oro.

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I trofei con la Juventus

Rossi fa incetta di trofei anche in maglia bianconera, mettendo in bacheca due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e, dulcis in fundo, la Coppa dei Campioni 1984-1985.

Gli anni del Milan e del Verona

Successivamente passo' al Milan e al Verona, dove a 31 anni, e dopo una lunga serie di infortuni e problemi alle ginocchia, diede addio alla carriera agonistica. Rossi occupa la 42esima posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del ventesimo secolo pubblicata dalla rivista World Soccer e nel 2004 e' stato inserito nel Fifa 100, una lista dei 125 piu' grandi giocatori viventi, selezionata da Pele' e dalla Fifa in occasione del centenario della federazione.

Fu anche cantante

Pablito pero' non e' stato solo un grande campione. Come cantante, ha realizzato nel 1980 un 45 giri dal titolo "Domenica, alle tre" il cui testo tratta il tema del rapporto tra i calciatori e le proprie compagne.

Opinionista tv e politico

Nel 1999 e' stato candidato alle elezioni europee per Alleanza Nazionale, nella circoscrizione Nord-Est e nel 2000 alla presidenza della Lega Pallavolo Serie A femminile, senza tuttavia essere eletto. In televisione è stato opinionista sempre misurato e competente per varie emittenti quali Sky Sport, Premium Sport e Rai. Nel 2011 ha partecipato a "Ballando con le stelle" come concorrente.

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La sua vita a Vicenza

A Vicenza gestiva un'agenzia immobiliare insieme all'ex compagno di squadra Giancarlo Salvi e possedeva inoltre un complesso agrituristico a Bucine in provincia di Arezzo, dove aveva deciso di vivere insieme alla famiglia. Lascia la moglie Federica Cappelletti, sposata in seconde nozze nel 2010, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro. E un vuoto incolmabile in chi l'ha conosciuto o solo visto in tv andare all'assalto del mondo.