Morto Paolo Rossi, il fratello Rossano: "Ha lottato con tutte le forze contro la malattia"

"L'ho visto per l'ultima volta ieri, alle Scotte. Stava spegnendosi, non mi ha riconosciuto". L'iniezione del medico prima di intervenire per qualche minuto alla Domenica Sportiva

Da sinistra Paolo Rossi, la mamma Amelia, il fratello Rossano

Da sinistra Paolo Rossi, la mamma Amelia, il fratello Rossano

Prato, 10 dicembre 2020 - "L'ho visto per l'ultima volta ieri, alle Scotte . Era entrato in coma non mi ha riconosciuto. Fino al giorno prima sorrideva, anche se aveva perduto la forza di parlare". Rossano Rossi, fratello di Paolo, due anni e mezzo più grande e "apripista" della carriera calcistica del campione ne racconta le ultime ore.  "Era malato dalla primavera, colpito al polmone. Decise di non farlo sapere, di affrontare la malattia protetto dalla famiglia, senza clamori". "Dalla malattia originaria - spiega il fratello - se ne sono sviluppate  altre, anche alle ossa, certo indotte dalla debilitazione che ogni giorno lo rendeva più vulnerabile. No, il Covid non lo ha colpito".

Paolo era ricoverato alle Scotte di Siena, dove Rossano andava a trovarlo "sulla base di permessi che chiedevo e mi venivano concessi quando i medici lo stabilivano". In campo , Paolo era senza paura. Come ha affrontato la malattia?. "In pochi mesi  ha subito interventi, si è sottoposto a cure impattanti. Lo ha fatto con coraggio,  impegnando tutto se stesso, fino a sabato ha ricevuto le terapie. Paolo aveva fiducia dei sanitari di Siena si era affidato loro con la massima disponibilità e ha offerto ai medici ogni energia per superare il male. Si è aiutato da solo, con l'affetto della famiglia, di noi". 

Paolo Rossi si concedeva attimi di vita apparentemente normale, accettando ogni tanto gli inviti della tv. "Si collegava dal pc di casa con la Domenica sportiva, come tanti fanno, oggi, in tempi di Covid - racconta Rossano - . Per sostenere la breve intervista era necessaria una iniezione che lo tenesse su. Il medico gliela praticava poco prima. Gli faceva piacere mostrarsi agli sportivi, al suo mondo del calcio. Noi familiari annunciavamo che si era operato alla schiena, per spiegare la sua assenza. E non era una bugia, perchè in questi mesi si è sottoposto anche a un intervento alla vertebra".. 

Rossano e Paolo iniziarono insieme la carriera nel calcio, sotto lo sgaurdo di babbo Vittorio, al quale è intitolato oggi il campo del Santa Lucia e di mamma Amelia. Dal Santa Lucia passarono all'Ambrosiana. Rossano andò poi alle giovanili della Juventus,  Paolo restò qualche anno in Toscana, prima di arrivare pure lui ai bianconeri e di consacrarsi attraverso Como, Vicenza, Perugia come centravanti della Nazionale, amato in Italia e anche all'estero. A 12 anni giocò nella Cattolica Virtus a Firenze, che oggi lo ha ricordato sui social con la foto dell'epoca.

"Abbiamo passato la vita insieme - spiega Rossano - Non ci siamo staccati un attimo, anche se  eravamo fisicamente a migliaia di chilometri di distanza. Il ricordo che serberò è di noi che giochiamo insieme  pallone da ragazzini. Al di là dei trionfi, lui sarà sempre il mio Paolo". 

 

Paolo Rossi con la mamma Amelia (Foto Coppini)
Paolo Rossi con la mamma Amelia (Foto Coppini)