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Dengue, un caso a Prato: i sintomi della ‘febbre spacca-ossa’ a Ferragosto dopo un viaggio

L’uomo era rientrato da un soggiorno in India. Ora è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Prato

Prato, caso di Dengue. Paziente rientrato da una vacanza in India

Prato, caso di Dengue. Paziente rientrato da una vacanza in India

Prato, 22 agosto 2025 – Caso di Dengue a Prato. Lo rende noto l’Asl Toscana Centro che fa sapere che si tratta di un uomo rientrato da un viaggio in India il 15 agosto.

L’uomo attualmente è ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Prato e le sue condizioni non destano preoccupazione. È stata immediatamente effettuata l’inchiesta epidemiologica da parte del dipartimento di prevenzione dell’Asl per ricostruire gli spostamenti del paziente dal rientro in Italia ad oggi.

L’uomo ha soggiornato esclusivamente in due abitazioni private e non ha segnalato altri luoghi di permanenza. In collaborazione con il Comune di Prato è stato predisposto un intervento di disinfestazione nelle aree circostanti alle due abitazioni. La dengue è una malattia virale, tipicamente da importazione, non endemica nel nostro Paese. La Regione Toscana ha messo a disposizione un vaccino contro la Dengue per i cittadini che accedono ai centri di medicina dei viaggi.

Cos’è la Dengue

La dengue, detta anche "febbre spacca-ossa" a causa degli intensi dolori muscolo-scheletrici, è una malattia virale, tipicamente da importazione, non endemica nel nostro Paese, che può dare origine a casi autoctoni grazie alla diffusione di uno dei vettori (Aedes albopictus - zanzara tigre).

La dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l'uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Nell'emisfero occidentale il vettore principale è la zanzara Aedes aegypti, anche se si sono registrati casi trasmessi da Aedes albopictus. La dengue è conosciuta da oltre due secoli, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e diverse zone del Pacifico. Negli ultimi decenni, la diffusione della dengue è aumentata in molte regioni tropicali. Nei paesi dell'emisfero nord, in particolare in Europa, costituisce un pericolo in un'ottica di salute globale, dato che si manifesta soprattutto come malattia di importazione, il cui incremento è dovuto all'aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone.

Sintomi e quadro clinico

Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell'arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, rash cutaneo. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini. Meno frequentemente, si può avere una forma emorragica: febbre che dura dai 2 ai 7 giorni, accompagnata da sintomi simili alla forma classica. In seguito la febbre diminuisce e compaiono emorragie che possono interessare qualsiasi organo. In mancanza di un tempestivo ed appropriato trattamento, si può giungere fino allo shock e quindi alla morte.

Terapia

Non esiste un trattamento specifico per la dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Le cure di supporto alla guarigione consistono in riposo assoluto, uso di farmaci per abbassare la febbre e somministrazione di liquidi al malato per combattere la disidratazione. In qualche caso, stanchezza e depressione possono permanere anche per alcune settimane. Nei casi più gravi sono richieste l'ospedalizzazione e cure specifiche.