
Controlli in una ditta cinese
Il segretario della federazione pratese di Sinistra Italiana ha difeso, all’indomani della visita del ministro Piantedosi, la comunità cinese sostenendo che ha di fatto salvato il distretto tessile.
Alessio Laschi, la sua posizione sulla comunità cinese ha fatto rumore, destato perplessità e critiche. Conferma le sue parole?
"Le uniche critiche ricevute provengono da Fratelli d’Italia e non saranno queste a far vacillare la mia posizione. Non posso che ribadire con forza quanto già espresso: la comunità cinese di Prato merita rispetto. Non solo perché è parte integrante del nostro tessuto sociale e culturale, ma anche perché ha avuto un ruolo decisivo nel salvare il distretto tessile nei momenti più difficili, quando molte aziende italiane erano costrette a chiudere".
A Matteo Mazzanti, presidente provinciale di Fratelli d’Italia cosa risponde?
"Oggi il distretto vive proprio grazie al contributo di tante realtà, italiane e cinesi, che con il loro lavoro quotidiano garantiscono occupazione, produzione e prospettiva al futuro della nostra città. Un futuro di crescita, distante da tutte le irregolarità che ancora oggi esistono e che vanno certamente combattute. Noi siamo i primi a voler contrastare la criminalità e le irregolarità che danneggiano italiani e cinesi e favoriscono lo sfruttamento e il lavoro nero. E ci impegneremo sempre a lottare in prima linea contro l’illegalità, la criminalità, l’abusivismo e lo sfruttamento. Probabilmente abbiamo modi diversi di contrastare il problema. È evidente che ancora oggi esistono situazioni irregolari: capannoni stivati di pezze in cui non sono rispettate le minime norme di sicurezza antincendio, così come non lo sono nemmeno i diritti dei lavoratori. Ma le responsabilità non sono da attribuire alla comunità in sé, bensì a chi per anni ha permesso, tollerato o addirittura favorito tali condizioni, senza un serio impegno di controllo, di prevenzione e di accompagnamento alla legalità. E diciamolo chiaramente: tutti sapevano, ma molti hanno fatto finta di non vedere, perché faceva comodo. I guadagni erano notevoli e la maggior parte di questi hanno arricchito proprio quegli imprenditori che probabilmente votano a destra e che oggi dovrebbero essere rappresentati proprio da Fratelli d’Italia. Fino a quando la ‘bomba’ non è esplosa, tutto andava bene. Oggi invece è comodo far finta di non aver mai saputo nulla e scaricare colpe e responsabilità esclusivamente sulla comunità cinese".
E il Pd lancia la battaglia su illegalità e precarietà nelle ditte cinesi. Siete d’accordo?
"Sono d’accordo ad aumentare i controlli, ma devono essere gestiti seriamente e con estrema attenzione: occorre convocare tutti gli attori protagonisti – istituzioni, imprese, lavoratori, comunità – e fare un vero salto di qualità. Un salto che non può prescindere dal rispetto dell’ambiente, dalla pulizia delle strade e degli spazi comuni, e soprattutto dal miglioramento delle condizioni di lavoro. Perché lo sfruttamento non è degno di una città come la nostra. Ridurre tutto a slogan o a stereotipi significa non riconoscere la realtà dei fatti e non dare giustizia a chi lavora onestamente. Il compito delle istituzioni dovrebbe essere quello di favorire la legalità, la convivenza e la crescita economica, non quello di creare divisioni, tensioni e ostilità. Il distretto tessile è vivo perché c’è stata una capacità di adattamento e di resilienza che dobbiamo saper valorizzare: senza il contributo della comunità cinese, oggi parleremmo solo di un distretto in declino".
A proposito di alleati, il campo largo regionale è servito. Sembra ci sia un rapporto più bilaterale Pd-5 Stelle che di condivisione a sinistra.
"Noi manteniamo il nostro orientamento politico: stiamo lavorando consapevoli del fatto che, a differenza di Pd e 5Stelle che stanno perdendo consensi, Avs continua a crescere a livello nazionale e territoriale. Non arretriamo di un centimetro e lavoriamo con cura e chiarezza ad un programma di coalizione che preveda la discontinuità a tutto tondo e volto al cambiamento, senza omissioni e senza ambiguità".
Aeroporto di Firenze stop e acqua pubblica nell’accordo Pd-5 Stelle. D’accordo?
"Certo, sono i punti fondamentali del nostro programma da sempre. Impiegheremo le nostre forze per contrastare l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, al fine di salvaguardare i cittadini e la loro salute, e affinché l’acqua sia e rimanga un bene comune, non legato a interessi privati".
Su Prato cosa chiedete alla coalizione toscana?
"No all’ampliamento dell’aeroporto: difesa della Piana e della salute dei cittadini, appunto. Tutela del territorio e dell’ambiente: investimenti contro il rischio idrogeologico e messa in sicurezza di fiumi e torrenti. Acqua come bene comune: la gestione dell’acqua deve rimanere pubblica, fuori dalle logiche di profitto. Legalità e lavoro: stop allo sfruttamento nel distretto tessile, più controlli e maggiori diritti per chi lavora. Sanità e servizi pubblici: rafforzare l’ospedale e la medicina territoriale, per ridurre le liste d’attesa".
L.C.