
Sa sinistra, il presidente Paolo Masetti con il direttore generale Iacopo Manetti
Nelle scorse settimane è arrivato nella buchetta delle lettere di tutte le famglie. E’ il contributo obbligatorio (si tratta di poche decine di euro) che tutti i consorziati versano ogni anno per finanziare l’attività del Consorzio stesso. Chi sono i consorziati? Chiunque possieda un immobile o un terreno nel perimetro di contribuenza del comprensorio di bonifica.
Paolo Masetti, presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, a cose serve questo contributo?
"È la principale fonte di finanziamento di tutte le attività di manutenzione ordinaria messe in campo direttamente dal Consorzio, che nel 2025 ha spedito 542.819 avvisi di pagamento, con i quali sono messi in riscossione 29.357.756 euro. Quasi il 50% dei contribuenti ogni anno paga sotto i 25 euro, il 34% paga tra i 25 e i 50 euro, il 12% tra i 50 e i 100 euro. Il 4,7% paga oltre 100 euro".
Da Prato che ‘tesoretto’ arriva nelle casse del Consorzio?
"Dai proprietari di immobili o terreni sul territorio pratese arrivano al consorzio circa 5 milioni di euro all’anno".
L’alluvione del novembre 2023 ha svelato tutte la fragilità del nostro territorio.
"La provincia di Prato rappresenta uno dei territori idraulicamente più delicati e vulnerabili del nostro comprensorio, insieme a tutta la pianura che va da Firenze a Pistoia. In questo scenario il Consorzio di Bonifica gioca un ruolo strategico per due principali motivi: in primo luogo è l’ente che gestisce il contributo di bonifica, una risorsa economica strutturale che viene dal territorio e torna al territorio con manutenzioni ordinarie quotidiane e programmate tali da configurare una sorta di filiera corta della prevenzione idraulica".
E poi?
"Il Consorzio dispone di una struttura tecnica e operativa capace non solo di progettare e realizzare manutenzioni straordinarie e nuove opere, su finanziamento e con la collaborazione della Regione Toscana, ma anche di intervenire in somma urgenza a seguito di eventi meteo che sempre più spesso colpiscono il territorio consortile e che hanno colpito duramente anche nell’area pratese".
Come avete agito?
"Questi interventi non si limitano a riparare i danni, ma puntano a rendere i nostri fiumi e torrenti più resilienti in caso di eventi estremi, con l’obiettivo di una gestione idraulica più sostenibile e più sicura. Il Consorzio di Bonifica non lavora da solo: collabora strettamente con numerosi partner, come la Regione Toscana, sotto il coordinamento dell’assessora Monni e con il supporto della direzione e degli uffici del Genio Civile, l’Autorità di Distretto, i Comuni, i gestori dei servizi idrici e dei rifiuti, fino alle associazioni di categoria e ai comitati locali".
L’alluvione del 2023 impone una riflessione sulla prevenzione: si poteva fare di più anche da parte del Consorzio alla luce del disastro avvenuto?
"La prevenzione dei rischi idraulici è una sfida che ci riguarda tutti, non solo le istituzioni. In un mondo che cambia velocemente, con eventi climatici sempre più estremi, agire in solitaria non è più un’opzione".
Quindi: serve un cambio di passo? Si può trarre una ‘lezione’ dal disastro del 2023?
"Di sicuro serve vera sinergia: condividere obiettivi, dati, esperienze, risorse per pervenire a soluzioni sempre più concrete. Solo unendo le forze possiamo costruire una resilienza efficace contro i cambiamenti climatici. In questo scenario, i Consorzi di Bonifica possono giocare un ruolo ancora più strategico, in un percorso che coinvolga davvero tutti".
m. c.