Prato, i negozi storici senza un futuro: cala il sipario su secoli di storia

Altre tre attività gettano la spugna dopo tanti anni di apertura. Raggiunta la pensione i titolari lasciano ma nessuno vuole rilevare le imprese (anche se di famiglia)

Quest’anno sarà un Natale amaro per diversi esercenti che chiuderanno a fine 2022

Quest’anno sarà un Natale amaro per diversi esercenti che chiuderanno a fine 2022

Prato, 16 dicembre 2022 - Con un colpo di spugna, insieme all’arrivo del 2023, spariranno 202 anni di storia del commercio pratese. Il nuovo anno porterà con sé una dote amara con la perdita di tre attività storiche dentro e fuori dalle mura cittadine: la Profumeria Risaliti, la sartoria Gentile Giuseppina, il bar Corrieri. Un’altra attività, la Mesticheria Memoli, aperta da 22 anni aveva scelto poco tempo fa di riversarsi sul web, che non comporta spese di affitto né tanto meno di luce e gas, chiudendo all’inizio di novembre. In totale quattro negozi che nell’arco di due mesi svuoteranno ulteriormente il centro già piegato dalla crisi e dalla pandemia.

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Quattro attività che insieme coprono un arco temporale immenso, ben 202 anni di storia di Prato, con la prima attività, la Profumeria Risaliti, aperta nel 1939 quando la seconda guerra mondiale con i suoi bombardamenti non aveva ancora devastato i palazzi della città. Quattro negozi che hanno segnato la tradizione di Prato legati da un filo comune: ognuno dei titolari dell’attività è arrivato alla pensione ed ha deciso di mollare il testimone. Anni di fatica sulle spalle, l’età che avanza, le spese che aumentano e la voglia di godersi il meritato riposo. Peccato che quel testimone è destinato a cadere a terra. Non c’è un erede, non c’è nessun giovane disposto a raccoglierlo.

Il mondo del lavoro sta cambiando pelle e Prato non fa eccezione. Ne sono un esempio lampante queste ulteriori quattro saracinesche abbassate, sintomo evidente di un settore in evoluzione dove sono sempre meno le attività che vantano decenni di storia alle spalle e sempre più gli store online e le grandi catene. Il commercio vive lo stesso problema del tessile, afflitto dalla mancanza di ricambio generazionale. La vita del negoziante, come quella dell’operaio, è parimenti faticosa, deve mettere in conto sabati e domeniche al lavoro con turni mattina e sera. Tante soddisfazioni, a detta di chi dietro al bancone ha passato la vita, ma al giorno d’oggi evidentemente quelle soddisfazioni non sono abbastanza per convincere i giovani ad avvicinarsi al settore e scegliere di tramandare decenni di storia nemmeno se si tratta di attività di famiglia.

Sono gli effetti del tempo moderno che investono anche Prato e il suo centro. La prima storica bottega a gettare la spugna per mancanza di forza lavoro nel 2016 è stata la merceria Panci, quella saracinesca abbassata fu come un colpo al cuore per centinaia di pratesi, poi i Fratelli Guarducci che hanno visto generazioni passare da quell’angolo di strada che guarda il Metastasio o Dante Tessuti che ha mollato dopo 60 anni, solo per citarne alcuni. Al giorno d’oggi anche il commerciante è diventato un mestiere di un’altra epoca.