
La delegazione in visita
Prato, 6 agosto 2025 - Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, nella sua doppia veste di presidente della Provincia di Prato, questa mattina ha fatto visita al carcere della Dogaia a Prato. Con lui erano presenti il consigliere regionale Marco Martini, gli avvocati della Camera penale di Prato Elena Augustin, Silvia De Natale, Sara Mazzoncini, Gabriele Terranova, la presidente del Consiglio comunale di Montemurlo, avvocato Federica Palanghi, il consigliere comunale di Montemurlo, Fabrizio Botarelli ed altri esponenti politici. La delegazione ha avuto modo d’incontrare la direttrice dell’istituto penitenziario Patrizia Bravetti e il nuovo comandante della polizia penitenziaria. La visita arriva a seguito degli ultimi gravi fatti che hanno visto il carcere della Dogaia al centro di episodi di violenza ed è stata finalizzata alla verifica delle condizioni penitenziarie. Il sopralluogo di oggi segue quello che Calamai ha fatto al carcere lo scorso 19 novembre 2024 sempre nell’ottica di una verifica delle condizioni detentive.
«Abbiamo voluto verificare nuovamente e in prima persona le condizioni del carcere a partire dal problema del sovraffollamento, che coinvolge soprattutto il settore della media sicurezza, e della cronica carenza di personale della polizia penitenziaria. – racconta Calamai- Tutto ciò ha riflessi diretti sulle condizioni di detenzione e sulle attività di recupero dei detenuti in carcere, a partire dalla formazione e dai corsi di istruzione superiore che dal prossimo settembre non potranno più essere garantiti, proprio per la mancanza di personale di sorveglianza».
Calamai ha quindi rivolto un appello all’amministrazione penitenziaria e allo Stato affinché la situazione carceraria pratese possa essere affrontata in maniera efficace attraverso un investimento forte sul numero di agenti di polizia penitenziaria in servizio presso la struttura: «L’istruzione e la formazione professionale sono elementi cruciali per il recupero e la reintegrazione dei detenuti e per la prevenzione delle recidive dei reati- continua Calamai- Purtroppo, come emerge da uno studio Istat del 2023, il 40 per cento dei detenuti ha un titolo inferiore o pari alla scuola media. L’istruzione e la formazione professionale, invece, sarebbero elementi fondamentali per ri-scrivere storie di vita diverse per queste persone. Faccio ancora appello ancora una volta all’amministrazione penitenziaria e allo Stato affinché la casa circondariale di Prato possa trovare rapidamente risposte concrete per migliorare al situazione dei detenuti e del personale della polizia penitenziaria in servizio costretto al lavorare in condizioni di forte stress e disagio».