
La presentazione del bilancio 2024 dell’associazione «Il Casolare»
A Prato esiste un "problema casa" sempre più impellente. L’ultima realtà associativa a sostenerlo, in ordine di tempo, è il Casolare: lo sanno bene le 112 famiglie (nel 72% dei casi straniere) che lo scorso anno si sono rivolte all’associazione per ricevere un sostegno nella ricerca di una abitazione. Un’utenza rappresentata in maggioranza da quella "zona grigia", composta da coniugi italiani o stranieri con due stipendi di fascia media e figli a carico, che non hanno una rete parentale che possa fornire loro delle garanzie. E nel 2024, solo dieci delle domande sopracitate pervenute al Casolare, hanno avuto potuto ricevere risposta affermativa.
Lo spiegano gli esponenti dell’associazione nata nel 1996 in seno alla Caritas che si occupa di agevolare l’accesso agli immobili in affitto (facendo da garante per i proprietari) agli utenti più in difficoltà. Alla presentazione del bilancio 2024 dell’associazione, in palazzo vescovile, erano presenti il vescovo Giovanni Nerbini, il vice sindaco Simone Faggi e la presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Diana Toccafondi.
Lo scorso anno le famiglie assistite, nell’arco dei dodici mesi, sono state 93, ne sono uscite 14 e 10 sono entrate in un’abitazione trovata grazie al servizio.
Il ruolo del Casolare è quello di fare da intermediario: l’associazione non possiede immobili, ma li cerca sul mercato per affittarli e poi darli in subaffitto a chi ne ha bisogno. Tra gli assegnatari di case tramite questo servizio, il 52% è composto da famiglie straniere. La durata media di un contratto d’affitto è di 7,2 anni e tra gli utenti non italiani, il il 92% è composti da nuclei con più di tre persone (per una percentuale che tra gli italiani sale all’85%). I proventi del Casolare sono stati di circa 531mila euro, con 475mila euro da canoni versati dagli inquilini.
L’associazione ha potuto contare sul contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (20mila euro), della Diocesi (10mila euro), dei fondi 5X1000 (986 euro) e su una donazione (350 euro). E il Comune di Prato ha stipulato una convenzione da 25mila euro annui con il Casolare per il servizio di "Agenzia Casa". Le difficoltà però non mancano e sono legate soprattutto ai prezzi di mercato.
"I costi per un affitto sono altissimi, per un appartamento di settanta metri quadri si spendono anche 800 euro al mese – ha detto il presidente del Casolare, Marco Borselli – e per molte famiglie questo prezzo è insostenibile. Il mercato è "drogato" perché ci sono etnie disposte a pagare anche 1500 euro al mese di affitto per appartamenti di poche stanze dove poi vivono in tanti. Chiediamo ai proprietari di case vuote, disponibili a concederle in affitto, a mettersi in contatto con noi. Le richieste sono tante e ci sono molte famiglie che hanno bisogno di un alloggio". E su queste basi, Borselli ha lanciato un appello alle istituzioni per due possibili soluzioni. "Occorre intervenire con aiuti a chi può accedere ad un canone di affitto medio, ma può incappare in ostacoli temporanei – ha concluso – ad esempio tutelare i privati che mettono a disposizione una abitazione per questa tipologia di persone. Per il resto, servono case popolari per quella fascia di persone che non potranno mai permettersi di pagare un affitto regolare, anche se calmierato".
E sempre il Casolare fa sapere che questo tipo di situazioni riguardano il 15% delle richieste di aiuto che arrivano ogni anno all’associazione.
Giovanni Fiorentino