Prato, pestata a sangue mentre rincasa. Si stringe il cerchio sugli aggressori. “Spedizione punitiva”

Gli investigatori seguono la pista dell’agguato premeditato e scavano nella vita sentimentale della vittima. Sentiti amici e conoscenti della ragazza. Scartata l’ipotesi della rapina. Le indagini vicine alla svolta

Prato, 24 febbraio 2023 - Picchiata per vendetta? E’ stata una vera e propria spedizione punitiva? Non è più solo un sospetto ma praticamente una certezza. Martina Mucci, cameriera di 28 anni, è stata aggredita e pestata a sangue in volto da qualcuno che la conosceva. O meglio: da due malviventi mandati da una persona che la vittima conosceva bene. Si fa sempre più strada l’ipotesi dell’aggressione premeditata nel caso del violento pestaggio avvenuto nella notte fra lunedì e martedì alla Pietà dove Martina vive insieme alla mamma.

La ragazza stava rientrando a casa dal lavoro, intorno alle 2, quando è stata avvicinata alle spalle da due uomini, incappucciati, che l’hanno picchiata dentro il portone di casa ferendola in maniera seria al volto e alla testa. Martina ha riportato 30 giorni di prognosi: ha il naso fratturato, i denti rotti, dodici punti dietro alla testa e uno sfregio in volto fatto con un coltello o una lametta.

"Volevano sfregiarmi, non è stata una rapina. Hanno colpito al volto proprio perché sapevano quanto ci tengo alla mia faccia e ai miei denti", ha raccontato la ragazza sotto choc il giorno dopo l’aggressione. La cameriera, che lavora in un pub poco distante da casa sua, ha detto fin da subito agli inquirenti – le indagini sono condotte dalla squadra mobile e coordinate dal pm Valentina Cosci – di non aver riconosciuto chi sia stato materialmente a picchiarla ma di aver avuto la sensazione che colpissero il volto di proposito.

In un primo momento, gli investigatori avevano pensato a una rapina in quanto i due malviventi, nella fuga, hanno preso la borsa della ragazza. Difficile, però, ritenere che la vittima sia sta ridotta in quello stato solo per la borsa, nella quale, fra l’altro, non c’era nulla di valore. "Se avessero voluto solo la borsa non mi avrebbero ridotto in questo stato", ha aggiunto la vittima.

Motivo per cui la squadra mobile sta scavando nella vita sentimentale della ragazza per capire se qualcuno possa aver inviato i due sicari per pestarla a sangue rovinandole il volto, la parte a cui lei tiene di più.

Gli investigatori sarebbero vicini alla svolta anche se per il momento preferiscono mantenere il massimo riserbo sulle indagini. Gli stessi amici e colleghi di lavoro della ragazza avrebbero fornito informazioni utili alle indagini.

Tutte piste che la polizia sta battendo per cercare di arrivare a identificare al più presto gli autori di un così violento pestaggio. Possibile che qualcuno ce l’avesse così tanto con la ragazza da inviare due persone per ridurla in quello stato? E’ quello che gli inquirenti vogliono capire.

Intanto sulla vicenda è intervenuta Simona Marinai, vicepresidente nazionale del gruppo Donne Imprenditrici Fipe-Confcommercio e presidente interprovinciale Fipe Donne. "Il gruppo Donne Imprenditrici Fipe-Confcommercio – dice – esprime solidarietà a Martina Mucci. Ci mettiamo da subito a disposizione, per supportarla nel difficile percorso di guarigione. Aspettiamo che le indagini facciano il loro corso, ma l’episodio, per le cruente modalità con cui si è consumato, conferma la preoccupazione con cui noi donne siamo costrette a convivere. Serve una svolta culturale, unita ad una maggiore percezione di sicurezza.

Per questo chiediamo che i controlli delle forze dell’ordine vengano intensificati. Abbiamo bisogno di centri di ascolto e di sostegno psicologico, per proteggere, intuire e prevenire. Non è giusto continuare ad avere paura se rientri a casa di sera, soltanto perché sei una donna. La passione di una ragazza che ha scelto di lavorare in un pub, mestiere che implica orari notturni, non può trasformarsi in ansia".

Laura Natoli