
La filiera corta inizia in classe, gli studenti del Niccolini pionieri di un programma promosso dall’Ue. Rosario Floriddia: "Se la fase di test riuscirà a decollare, la metodologia sarà divulgata negli altri Paesi".
"Hand in hand", mano nella mano in un cammino europeo che, dall’Ungheria, grazie a fondi dell’Unione Europea, sgorga nella campagna incontaminata e a perdita d’occhio dell’azienda agricola biologica Floriddia, nel Comune di Peccioli, per abbracciare due indirizzi dell’istituto superiore Niccolini di Volterra, l’agrario e l’alberghiero. Cooperazione è il gesto culturale che radica il progetto "Hand in hand", che ruota nelle orbite di "Erasmus+learning agreement-job-shadowing". Sono coinvolte le terze classi dell’alberghiero e dell’agrario, mentre l’azienda Floriddia è partner italiana del progetto. Ieri mattina, nel santuario bio dell’azienda Floriddia, ecco la tribù studentesca, accompagnata dalle insegnanti Laura Pii, Laura Bottoni e Cristiana Massei, a tu per tu con Rosario Floriddia, fondatore dell’azienda che ha illustrato la filosofia che alimenta il biologico. E’ un suggello tra l’azienda di Peccioli e l’istituto Niccolini per un test europeo che potrebbe attuare una rivoluzione copernicana in tutti gli Stati Membri dell’UE, partendo da una formula semplice: promuovere un dialogo profondo e proficuo tra mondo agricolo e quello della ristorazione per accorciare la filiera corta e promuovere benessere sia per il territorio, sia per le comunità.
Come si è sviluppata questa rete di contatti e condivisioni? Come detto, l’azienda Floriddia è partner italiana del progetto, mentre gli studenti del Niccolini, indirizzo alberghiero e agrario, hanno messo in correlazione ristoratori e agricoltori del territorio, da Volterra a Chianni, fino a raggiungere la costa della provincia livornese. Il loro lavoro di "facilitatori" ha avuto come fine spingere i due universi, agricolo e della ristorazione, l’uno verso l’altro per creare una comunione che può generare sviluppo in termini turistici e benefici per la salute. Gli studenti dell’alberghiero e dell’agrario il prossimo mese imboccheranno la rotta dell’Ungheria per visitare le aziende del posto. "E’ un progetto straordinario - dice Rosario Floriddia - perché se questa fase di test riuscirà a decollare, la metodologia sarà divulgata nei Paesi dell’Ue. E’ un progetto che pianta semi di speranza, perché fare comunità è l’unica strada capace di generare benefici con effetto domino, in questo caso per la salute del territorio e per la salute delle persone". "Gli studenti hanno accolto positivamente il progetto - sottolineano le insegnanti - e è stata forte la collaborazione tra i due indirizzi scolatici. Hanno fatto interviste e messo in contatto aziende e ristoratori".
Ilenia Pistolesi