
Imbrattata la panchina Rainbow, quella installata per la Giornata mondiale contro l’omotransfobia: la rabbia di Deidda
Un gesto che fa arrabbiare l’ex sindaca di Santa Croce Giulia Deidda. E’ lei a sottolineare l’accaduto. E la sua gravità. "Hanno imbrattato la panchina Rainbow, quella installata a Santa Croce per la Giornata Mondiale contro l’Omotransfobia", scrive in un post sui social Deidda ricordando che la panchina arrivò durante la sua legislatura.
"Questa volta con la scritta “Panchina per gay”, come se un simbolo di amore, rispetto e inclusione potesse essere trasformato in un atto di discriminazione – lo sfogo dell’ex primo cittadino che ricorda, invece, quali sono i significati proprio della panchina –. Non è la prima volta che quella panchina viene presa di mira. E ogni volta è un attacco a tutte le persone che lottano per essere rispettate e riconosciute".
"Il ripetersi di questi gesti dimostra quanto ancora sia necessaria una presenza visibile contro l’odio e il pregiudizio – denuncia ancora Deidda –. Chi deturpa un simbolo dimostra solo paura di ciò che rappresenta: libertà, dignità, uguaglianza, amore. Spero di vedere quella panchina occupata da tante persone, ogni giorno. Io, di certo, continuerò a sedermici. Con orgoglio".
Peraltro, va anche ricordato, che i vandalismi contro i segni anti-omofobia sono atti di danneggiamento che possono essere considerati reati, in particolare se motivati da omofobia. Questi atti possono includere la distruzione o l’imbrattamento di manifesti, cartelli o altri simboli che promuovono la tolleranza e il rispetto per le persone Lgbtq+. La legge italiana, pur non avendo una specifica normativa contro l’omofobia, prevede aggravanti per i reati commessi con motivazioni discriminatorie.