CECILIA MORELLO
Cronaca

Ponteginori, lo storico ponte si sta sgretolando / FOTO

La denuncia dei residenti. E' bastato un atto vandalico per abbattere sei metri di balaustra ma la Provincia non ha soldi per intervenire. Ora il ponte rischia la chiusura

Ponteginori, crolla una parte di balaustra

Ponteginori (Pisa), 14 novembre 2016 - C'è già chi ironizza immaginando di cambiare il nome al paese in 'Ginori', senza Ponte, dato che lo storico simbolo si sta sgretolando. L'ultimo 'pezzo' lo ha perso poche settimane fe, quasi sei metri di balaustra in cemento crollati colpa secondo le forze dell'ordine di un atto di vandalismo. Qualcuno in paese suggerisce anche che potrebbe essere stato qualcuno stanco di vedere quel ponte abbandonato al degrado, un modo per far capire una volta per tutte che le condizioni di sicurezza non ci sono più, soprattutto se basta un piccone o qualche botta per abbatterlo. Quel ponte, che da Ponteginori porta a Querceto, venne costruito dalla famiglia Ginori, abbattutto poi durante la guerra e ricostruito con il cemento a coprire i mattoncini rossi. Il passaggio dell'acqua quel cemento lo sta via via mangiando, rispuntano scorci del vecchio ponte, e il timore è che scavando la corrente del fiume Cecina possa danneggiare anche i piloni che lo sorreggono.

“Sopra e sotto, quel ponte è marcio” dicono. E le immagini parlano da sole: in alcuni punti l'asfalto ha ceduto e la balaustra gli è andata dietro, il 'buco' di sei metri è stato transennato dalla Provincia, c'è un cartello che pone il limite di velocità a 30 km/h ma la sicurezza così lascia molto a desiderare. Il problema è lo stesso di tante altre infrastrutture: la competenza è della Provincia, depauperata di risorse economiche ed umane dall'abolizione che però le ha lasciato importanti funzioni. E' lo stesso sindaco di Montecatini Valdicecina a confermarlo: “Il Comune non può intervenire, la Provincia non ha più soldi, basti vedere le frane sulle strade provinciali. Speriamo che non chiudano il ponte”.

Ed è proprio questo rischio a mettere in allarme tutta la comunità: da una parte perché si tratta del simbolo di Ponteginori, dall'altra perché quel ponte collega il paese a Querceto e Micciano, alle molte aziende soprattutto agricole che sono nella zona. Al di là del ponte ci sono anche delle abitazioni di recente costruzione, lì vivono decine di famiglie, che in caso di chiusura si troverebbero isolate, costrette a percorrere almeno 15 chilometri per raggiungere i servizi anziché i 100 metri attuali. Senza pensare che in caso di malore la zona sarebbe complicata da raggiungere. Ma quel ponte, senza una manutenzione che si fa sempre più necessaria, rischia di diventare davvero un pericolo per la sicurezza, se non lo è già.

“Lo vede quel bosco? Lì è il letto del fiume, o almeno era. Ma da anni nessuno pulisce e taglia la vegetazione e ora quando arriva la piena il fiume raggiunge la strada”. A Ponteginori non è solo lo storico ponte a destare preoccupazioni: basta scendere lungo il corso d'acqua e guardarsi intorno per capire che se sopra la balaustra si sta sgretolando e l'asfalto cede, la situazione sotto non è affatto migliore. Qui dove il torrente Trossa defluisce nel Cecina le arcate dello storico ponte sono significatie per capire che il letto del fiume è stato abbandonato a se stesso: sui due lati si sono formate delle colline, sono nati alberi che hanno dato vita a boschi. “Ma l'acqua quando arriva vuole passare uguale”. Lo sa bene Samuele Zagaglia che qui vive da sempre e che lungo il fiume ha ettari di terreno. Indica un tronco d'albero portato dal fiume, era incastrato sotto il ponte. “Sono arrivati degli operai e lo hanno semplicemente spostato a lato, ma è sempre nel letto del fiume, non è stato neanche fatto a pezzi. Così resta un ostacolo all'acqua”.

E se per decenni la piena non ha mai creato problemi alle case adesso ogni volta l'acqua raggiunge le abitazioni, sale fino alla strada asfaltata e nei casi più estremi scende giù fino al paese. E' Zagaglia a mostrare dove l'acqua ha scavato il cemento lungo i piloni, quello usato per riscostruire il ponte dopo la guerra: adesso è tornato in superficie la storica struttura di mattoncini e sul lato destro si è formata una vera e propria voragine che dà vita ad una sorta di cascata. “Non siamo ingegneri ma certo quel buco proprio alla base del pilone un po' preoccupa”. Da sotto le balaustre appaiono ancor più pericolanti, ci sono tubi del metano e del gas attaccati ma l'asfalto cede. Qui quando c'è la piena il fiume arriva a coprire metà delle arcate, poi trova gli ostacoli della vegetazione e parte del letto rialzato dai detriti che si sono depositati e non può fare a meno di esondare, gli argini neanche si riconoscono più. Inutile poi parlare di bombe d'acqua, di eventi meteo eccezionali, la spiegazione dei continui allagamenti e crolli sta tutta qui, nella manutenzione sopra e sotto il ponte che non può più essere rinviata.