
In arrivo 16 compagnie, 8 spettacoli per oltre 30 repliche ogni sera
La Luna è azzurra, molto più di un festival, è un intenso viaggio alla scoperta delle emozioni. In oltre quattro decenni questo appuntamento, organizzato dal Comune in collaborazione con Terzostudio, è cresciuto sempre di più, divenendo, per la città e non solo, un vero punto di riferimento. Il teatro di figura con il fascino delle marionette e dei burattini, ci trasporta in un mondo alternativo e attuale, dove non importa essere piccoli per tornare ad apprezzarne la meraviglia. Anche i grandi possono riscoprirla, lasciandosi trasportare da quell’atmosfera magica che ogni sera viviamo nelle piazze del centro storico.
Si comincia stasera, per tre sere di fila e sarà un’edizione fiabesca con due luoghi segreti da esplorare, due piccoli scrigni: l’ingresso di Palazzo Roffia e l’Orcio d’oro che accoglieranno due micro spettacoli raffinati e poetici per pochi spettatori per volta con prenotazione sul posto. In questi tre giorni di festival, la città teatro di San Miniato sarà invasa dalle baracche, dai burattini, dalle marionette a filo, dalle ombre, dalle maschere, dalle orchestrine e da tanti spettacoli che si snoderanno da Piazza Duomo fino ai Loggiati di San Domenico. Saranno ospitate 16 compagnie, 8 spettacoli al giorno, per più di trenta repliche. Ogni sera sarà aperto la mostra “Libri con le ali” con un omaggio alla fiaba illustrata all‘Orcio d’Oro’.
Il Premio alla carriera “La luna d’argento” verrà consegnato a Roberto Di Lernia attore, fantasista di esperienza consolidata. "La Luna è Azzurra è una grande festa per tutti. Bambini e genitori, giovani e adulti, ognuno a proprio modo potrà sfamare la propria curiosità e la propria voglia di divertirsi e di stupirsi di fronte ad un menù di spettacoli ricco ogni sera di sette diverse proposte - commenta l’assessore alla cultura Matteo Squicciarini. - A San Miniato il teatro di figura ha trovato il suo habitat ideale: le sue baracche, i suoi teli, entrano in relazione con la città e suggeriscono un altro modo di vederla".
Carlo Baroni