REDAZIONE PONTEDERA

Concussione, assolto ex carabiniere accusato da una prostituta

Secondo l’accusa pretese lo sconto per una prestazione: il pm aveva chiesto quattro anni

L’udienza

Montopoli, 19 gennaio 2016 – Quel cavillo che ha riportato un carabiniere in pensione in tribunale per rispondere di concussione a dieci anni dai fatti, ha trovato il suo epilogo nell’arringa appassionata del difensore Sergio Martelli che ha ripercorso in lungo e in largo la vicenda chiedendo quell’assoluzione arrivata in una veloce camera di consiglio. «Il fatto non sussiste», è quanto deciso dal primo collegio presieduto dal giudice Pietro Murano (a latere Raffaella Poggi e Antonella Bencivinni). Il pubblico ministero Lidia Pagnini aveva chiesto la condanna a quattro anni.

Secondo l’accusa il carabinieri avrebbe costretto una prostituta ad accettare una somma inferiore a quanto chiedeva, 30 euro e non 50 euro per una prestazione sessuale. I fatti sono lontani, risalgono al 2006 tra Valdarno e Valdera. Fatti che erano già passati dalle aule di giustizia. Al militare, lo ricordiamo, venivano contestati due episodi, nell’originario capo d’imputazione: il primo aver costretto una prostituta ad un rapporto sessuale in forza del suo ruolo di pubblico ufficiale e con la minaccia di farla cacciare dai suoi colleghi se lei non avesse accettato; il secondo episodio, invece, è quello nel quale il carabinieri, sempre in forza del suo ruolo, l’avrebbe costretta alla prestazione con una cifra di 20 euro inferiore a quelle che erano le sue tariffe. Per il primo caso fu rinviato a giudizio e poi assolto con una formula ampia e già passata in giudicato. Per il secondo caso il percorso giudiziario di risolse direttamente davanti al Gup : il militare viene assolto nuovamente con formula ampia. Ma quell’assoluzione fu impugnata dalla Procura Generale di Firenze sostenendo «che alla vicenda erano stati applicati illecitamente criteri civilistici in una fattispecie penale».

Così il carabiniere è tornato in tribunale ed il processo è stato rifatto da capo. Nell’ultima udienza, quella di ieri, c’è stato anche l’esame dell’imputato. La parte civile, presunta vittima è irreperibile da tempo, e tutto si muove sulla denuncia che lei presentò nell’immediatezza dei fatti in cui sostenne di essere vittima di concussione. L’avvocato Martelli ha smontato, nell’arringa, le deduzioni del pubblico ministero che «ha avanzato la richiesta di condanna prendendo per buone quanto acquisito sui fatti nel primo verbale di sommarie informazioni – rileva il noto penalista». Martello ha puntato sulla mancanza dell’efficacia intimidatoria riferibile alla condotta dell’imputato in quanto «la presunta vittima non ha mai dichiarato ai carabinieri di San Miniato e di Pisa di essere stata costretta ad accettare una domma inferiore a quella richiesta».