
Un impianto all’avanguardia in un contesto di grande bellezza, la capacità di unire impresa e natura, agricoltura e industria. Si...
Un impianto all’avanguardia in un contesto di grande bellezza, la capacità di unire impresa e natura, agricoltura e industria. Si può leggere in questa chiave il progetto presentato al museo delle Miniere di Montecatini Valdicecina dalle aziende Marchesi Ginori Lisci, Gruppo Siad e Solvay per la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano e bio-CO2. Una catena virtuosa e circolare: dagli scarti agricoli la produzione di energia rinnovabile e CO2 biogenica da usare per la produzione di carbonato di sodio e bicarbonato di sodio riducendo le emissioni di carbonio necessarie all’impianto Solvay di Rosignano.
L’impianto nascerà nella tenuta Marchesi Ginori Lisci di Querceto di Montecatini Valdicecina, e avrà una produzione di 2 milioni di metri cubi l’anno di biometano e 2.500 tonnellate all’anno di bio-CO2. E Solvay acquisterà 24 gigawattora l’anno per i prossimi 15 anni, sostituendo con il biometano parte del gas naturale utilizzato attualmente per alimentare i propri impianti energetici e riducendo le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione di vapore. Si stima che dal 2026 le emissioni di CO2 del sito Solvay di Rosignano diminuiranno di 8mila tonnellate all’anno.
A gestire il progetto, in cui i sottoprodotti agricoli vengono trasformati in biometano rinnovabile e CO2 biogenica, sarà il gruppo Siad, che si occupa di tecnologie per biometano e Bio-CO2, con una società del gruppo, la Tecno Project Industriale, che realizzerà e gestirà l’impianto per il recupero e liquefazione della CO2, generata durante la produzione di biometano, per poi trasportarla e fornirla a Solvay, che la utilizzerà nei suoi processi di produzione di carbonato di sodio e bicarbonato di sodio.