
Irene Galletti
Firenze, 20 maggio 2025 – Per quanto gli sherpa di Pd e 5Stelle cerchino di ridurre all’osso le differenze a beneficio del campo larghissimo, la verità vera «non è la convergenza sul programma, ma la credibilità degli interpreti».
Ed Eugenio Giani, questa la narrazione interna al Movimento di Beppe Conte, «non dà sufficienti garanzie». Si chiude così il secondo giorno di pre-consultazioni avviate dai dem per allestire il laboratorio progressista anti-destre da schierare, in sequenza, prima alle regionali d’autunno, poi alle politiche 2027.
A sorpresa, la delegazione 5s è passata da essere l’ultima a dover incontrare i vertici toscani Pd ad anticipare i due bilaterali di oggi (alle 11.30 Europa Verde, alle 12.30 Italia Viva). Il conclave pentastellato di sabato nel Senese ha prodotto i suoi frutti, perché la coordinatrice regionale Irene Galletti e il deputato Andrea Quartini si sono presentati in via Forlanini con i cavalli di battaglia programmatici ritenuti «essenziali» per la costruzione di quel «progetto politico comune» imbastito - fin qui, solo a colpi di dichiarazioni coincidenti a fasi alterne - da Schlein e Conte.
Da parte dei 5s: niente base Nato a Rovezzano, niente aree militari a San Rossore, niente espansione di Peretola, con buona pace dei renziani e di Palazzo Vecchio. Come «ferma» è la contrarietà alla Multiutility se monca di una gestione «pubblica, trasparente e partecipata in house» su acqua, rifiuti ed energia.
A futura memoria, per Galletti e Quartini «non bastano alleanze di convenienza: servono nuovi temi, programmi chiari e soprattutto nuovi interpreti, capaci di rompere con le logiche del passato». Qui son dolori, perché supposta una sintesi sul programma che ancora deve registrarsi, il Pd non ha ancora acceso il camino per la fumata bianca al Giani bis dato lo scetticismo (anche tra alcuni schleiniani, beninteso ma alla fine sarà Roma a decidere) di potenziali alleati che altro non chiedono che discontinuità.
E bisognerà vedere quanto conterà alla fine il loro 5%. «Il camaleontismo di Giani preoccupa, è quella garanzia e quell’handicap che intercetta tutte le stagioni - rivela una fonte interna ai 5S -. Bella finché può dirsi progressista, ma se cambia che succede?».
Intanto il portavoce del Pd Toscana, Diego Blasi predica calma, registrando una «sintonia» così come è stato coi LibDem di ‘Avanti’ (da +Europa ad Azione fino ai Socialisti) anche con il M5s e SI: «Il Pd sta lavorando per aprire una politica nuova - il mantra dei dem -. L’attuale perimetro politico del governo regionale non basta - spiega Blasi, riferendosi all’asse con Italia Viva -. Dobbiamo allargare, senza porre veti, tenendo conto dei cambiamenti avvenuti in questi anni».
Per Sinistra Italiana niente in contrario, purché a cambiare sia proprio l’asse di riferimento. «Dalla Toscana nasca il laboratorio Pd-Avs-5Stelle mettendo al centro l’acqua pubblica, il reddito di cittadinanza regionale, sostenibilità ambientale e più sanità territoriale», chiarisce il segretario regionale Dario Danti, fedelissimo di Nicola Fratoianni.
Deputato pisano che ha invocato da fine febbraio (senza ottenerle) quelle stesse primarie di centrosinistra che i ‘compagni’ dei Verdi farebbero anche, seppur sostenendo Giani e non la «discontinuità». «Ma 5 anni fa stavano in coalizione col Pd e noi all’opposizione, le collocazioni politiche erano diverse», spiega Danti in formato pompiere, pronto a «non porre veti a nessuno dopo averli subiti per anni da partiti più grandi e arroganti, contano le convergenze sui programmi». Niente veti neanche sui centristi di Italia Viva, a questo punto, anche se tacciati per «specie in via d’estinzione» giusto sette mesi fa.