REDAZIONE PISTOIA

Vicofaro, c’è la soluzione. Una struttura per i fragili: “Ora il parroco collabori”

Trasferimenti quasi ultimati, la Diocesi offre assistenza e cure agli ultimi rimasti. “Auspichiamo che don Biancalani faccia la sua parte per aiutare tutti”

Ostruiti con pannelli di legno alcuni accessi dei locali che ospitano i migranti. Nella foto don Massimo Biancalani (foto Luca Castellani/Fotocastellani)

Ostruiti con pannelli di legno alcuni accessi dei locali che ospitano i migranti. Nella foto don Massimo Biancalani (foto Luca Castellani/Fotocastellani)

Pistoia, 30 giugno 2025 – C’è chi fa il giardino e ripulisce gli spazi esterni della sua nuova casa, alle Fornaci, e chi fa il bucato per sé e per i coinquilini, a Capostrada. In molti, poi, chiedono di poter essere inseriti in corsi di formazione, per trovare un posto nell’edilizia, come muratori o come mulettisti. La nuova vita dei migranti trasferiti da Vicofaro nelle sedi messe a disposizione dalla Diocesi in città e nella provincia, sta già dando i suoi frutti. Perché in un ambiente sano, con spazi dedicati e operatori sempre presenti, i ragazzi ora sperano davvero di trovare una propria strada.

Intanto, la Diocesi fa sapere che i trasferimenti sono quasi conclusi. “In questi giorni, circa 100 sono stati già trasferiti in ambienti dove, con l’ausilio di operatori e volontari, sono accolti e accompagnati nei loro percorsi di vita verso l’integrazione e l’autonomia. Le poche persone ancora rimaste a Vicofaro stanno valutando, liberamente, se accettare o meno il trasferimento o se organizzarsi in maniera autonoma. Nessuno di loro, se vorrà, sarà lasciato senza collocazione. Tra i rimasti alcuni presentano situazioni di varia fragilità. Per questi ultimi è stata attrezzata ed è già operante una struttura dove si sono già trasferiti alcuni dei fragili che erano presenti a Vicofaro. In questa struttura i fragili, oltre l’assistenza di base, saranno seguiti e curati in maniera idonea alla loro condizione”.

Quanto alla “resistenza” ancora invocata sui social da don Biancalani, la Diocesi è chiara: “Auspichiamo che il parroco faccia di tutto per aiutare tutti, soprattutto i più fragili rimasti, ad accettare il trasferimento nella struttura appositamente preparata per loro, dove con l’assistenza di operatori e specialisti saranno aiutati in percorsi personalizzati di cura e reinserimento. Agli ospiti rimasti in struttura, fino al momento della chiusura non è mai stato impedito né lo sarà l’accesso ai locali necessari per una corretta permanenza nella medesima, come la cucina e i bagni. Le operazioni di chiusura, ampiamente annunciate e comunicate al parroco, hanno interessato solo aperture che non impediscono ne la sicurezza né la vita in struttura. La pannellatura degli accessi si è resa necessaria per impedire il rientro o l’afflusso di nuove persone a Vicofaro, cosa che, come concretamente dimostrato da fatti, è effettivamente avvenuta. L’impegno della diocesi per i trasferimenti di tutti i ragazzi verso strutture idonee continua, così come quello di procedere alla ristrutturazione dei locali in vista di una loro riapertura”.