
Alcune immagini della convulsa giornata di ieri (foto Castellani)
Pistoia, 29 giugno 2025 – L’ultimo atto di Vicofaro è andato in scena ieri pomeriggio, poco dopo pranzo, quando la Diocesi ha inviato un proprio diacono a installare i pannelli di legno che hanno chiuso alcune stanze del centro di accoglienza e il passaggio che dall’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore conduce ai locali dell’ex cappellina e quindi agli appartamenti. Un’azione preannunciata e chiarita nei suoi intenti: garantire la sicurezza nei locali dove saranno a breve avviati i lavori di ristrutturazione e dunque impedire l’accesso a chiunque, anche eventualmente ad altri ospiti che, ignari della chiusura imminente, possano presentarsi di sera per trovare un riparo temporaneo, così come è accaduto da almeno dieci anni.
Un procedimento che il parroco ha subito contestato, pur consapevole del progetto in corso. Don Biancalani, avvisato da alcuni dei ragazzi rimasti ancora nel centro, poco meno di una decina, è arrivato con la sua auto e poi si è scagliato contro il furgone a bordo del quale si trovava il diacono, subito invitato alla calma dalla polizia sempre presente sul posto. “E’ una vergogna”, ha tuonato. E poi ha chiesto ai ragazzi di buttare giù i pannelli che chiudevano le stanze al primo piano del centro.
Non quelli che hanno sigillato l’accesso del centro all’interno della chiesa, però. “Questi devono restare a testimonianza che si è violata la chiesa”, ha commentato. Di fatto da tempo, Santa Maria Maggiore è diventata una prosecuzione del centro di accoglienza, in cui poco è rimasto dell’aspetto di una chiesa. Mobili stipati ovunque, un salottino con le poltrone a chiudere l’accesso al confessionale, stufe a gas, locandine con i volti di don Milani e Martin Luther King, e poi un vero e proprio laboratorio di sartoria, ricavato accanto agli scranni e chiuso con delle grate dove, come spiega il parroco, i ragazzi creano le borse di stoffa, esposte nello stand all’ingresso della chiesa. Un bazar in cui si vedono i segni dell’abbandono, come la porzione di soffitto che è venuta giù da tempo e resta un buco che incombe su chi entra.
Molto più grave la situazione all’interno delle stanze dove gli oltre 150 ospiti hanno vissuto fino a pochi giorni fa. Un accampamento fatto di materassi stipati e sporcizia ovunque. Uno dei pannelli di legno era stato posto a chiusura della cucina, ed è stato subito divelto da uno degli ospiti. Muffa, e residui di cibo in terra, lenzuoli ammassati in terra, un degrado difficile da descrivere, più volte raccontato dagli stessi verbali degli ispettori inviati dall’Asl e dalla Polizia Municipale, nei controlli che si sono susseguiti negli ultimi mesi e negli ultimi anni, motivando l’allarme per una stato di grave rischio sanitario.
Nonostante l’evidenza della situazione, il parroco ha annunciato una denuncia contro chi, a suo parere, avrebbe violato la legge. Gli avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi, legali di Biancalani, hanno spiegato che valuteranno cosa fare. “A questo punto la sospensiva non è più il tema centrale della questione, che ha preso un indirizzo preciso – spiegano – Valuteremo cosa fare”.
Ieri sera il piazzale davanti alla chiesa appariva più silenzioso. Ma alcuni dei volontari di don Massimo restano calmi e ottimisti. “Ora il centro dovrà chiudere. Servono lavori, è chiaro – commentano – Ma noi siamo fiduciosi: un giorno lo riapriremo”.