DANIELA GORI
Cronaca

Tensione davanti alla ditta: "Rispetto sempre per tutti"

Il titolare della Li Bassi interviene dopo il picchetto dei Sudd Cobas "I nostri contratti sono regolari. Continueremo a difendere l’attività" .

Leonard Li Bassi, 35 anni, è titolare della Li Bassi Fashion Group di via Tevere

Leonard Li Bassi, 35 anni, è titolare della Li Bassi Fashion Group di via Tevere

Nei due giorni appena trascorsi, nonostante il tempestivo intervento delle forze dell’ordine, non si è riusciti a fermare le gravi violazioni dei diritti dell’azienda e dei dipendenti attualmente impiegati nello svolgimento regolare delle proprie mansioni. Si sono inoltre verificate reiterate violazioni della proprietà privata, intralci alla libertà di circolazione e ostacoli al regolare esercizio dell’attività lavorativa, a danno non solo della nostra impresa, ma anche dell’intera collettività locale.

E’ la replica di Leonard Li Bassi, 35 anni, titolare della Li Bassi Fashion group srl di via Tevere a Quarrata, che da giovedì scorso è sottoposta al presidio sindacale da parte dei Sudd Cobas a oltranza con picchetto, in modo da non far uscire dal magazzino la merce destinata alle spedizioni. "Confidiamo che nei prossimi giorni venga adottato un intervento più incisivo, capace di ristabilire l’ordine e di tutelare i diritti fondamentali di ogni cittadino, come previsto dalla nostra Costituzione. Viviamo in uno Stato democratico, non in un regime autoritario: esistono sedi opportune per il confronto e il dialogo, ma non possono essere tollerati comportamenti prevaricatori – prosegue Li Bassi –. Precisiamo con fermezza che non siamo contrari al diritto di manifestare, diritto sancito e garantito dalla Legge. Tuttavia, tale diritto non può e non deve mai compromettere altri diritti altrettanto fondamentali, quali il diritto al lavoro, il diritto alla proprietà privata, il diritto alla libera circolazione. Anche il Decreto Legge n. 48 dell’11 aprile 2025 sottolinea proprio la necessità di bilanciare il diritto alla protesta con la tutela dell’ordine pubblico e della libertà individuale – sottolinea il titolare della Li Bassi –. Continueremo a difendere la nostra attività, i nostri dipendenti e il nostro diritto a lavorare serenamente e legalmente, sempre nel pieno rispetto delle regole e delle istituzioni democratiche".

Proprio giovedì, verso le 17,30, ci sono stati momenti di tensione nel piazzale davanti alla sede della ditta, documentati anche con immagini video, in cui si vede il padre del titolare alla guida di un’auto, che ha cominciato ad avanzare davanti ai dimostranti, mentre i carabinieri gli intimano di fermarsi. L’uomo poi, come si vede dalle immagini, scende dall’auto e va in mezzo alle persone arrivando ad alzare le mani su alcune di loro.

"Mio padre – spiega Leonard Li Bassi – stava andando via ed era stato bloccato dai manifestanti, si vede bene dal video che chiede più volte di spostarsi e che dà degli spintoni: la sua intenzione era di togliere i telefoni dalle mani perché venivano fatte foto e riprese violando la sua privacy. Ma l’episodio più grave è avvenuto subito dopo: mio figlio, che in quel momento era con me perché era venuta anche mia moglie e non voleva lasciarlo solo a casa, è stato spintonato dai manifestanti e ha avuto un attacco di panico. Si è spaventato a tal punto che i carabinieri hanno ritenuto necessario chiamare un’ambulanza, che lo ha poi portato in ospedale. I medici hanno diagnosticato un trauma a livello sternale e uno stato di forte agitazione emotiva. Eppure siamo stati anche accusati di aver strumentalizzato il bambino o simulato un’aggressione. Una cosa inaccettabile". Li Bassi precisa che l’azienda conta attualmente sei dipendenti e che la protesta riguarda esclusivamente due di loro, padre e figlio di origine straniera. Uno ha un contratto di apprendistato, l’altro un contratto a tempo indeterminato di secondo livello.

"La richiesta è di un inquadramento al terzo livello, che prevede autonomia operativa e competenze tecniche elevate – chiarisce il titolare – ma al momento i requisiti professionali per tale livello non sono presenti. Tutti i nostri contratti sono regolari, nel pieno rispetto delle normative di legge, e tutto è documentabile". A conferma della correttezza dei rapporti aziendali, Li Bassi aggiunge: "Abbiamo sempre rispettato i nostri dipendenti. Una collaboratrice, assente per mesi per motivi familiari, è stata riaccolta regolarmente al suo rientro, mantenendo il suo posto di lavoro. Lo conferma anche lei stessa". E conclude con fermezza: "Se in Italia esistono aziende che sfruttano i lavoratori, allora devono essere perseguite. Ma la nostra azienda non è una di queste. Noi continueremo a difendere il nostro lavoro, i nostri dipendenti e la nostra dignità, sempre nel pieno rispetto delle leggi e delle istituzioni democratiche".