REDAZIONE PISTOIA

Il piano della Diocesi. Progetti per i migranti. L’obiettivo: autonomia. Aiuti dal volontariato

Inizia la nuova vita nelle strutture dislocate nella città e nella provincia. Intanto Croce Rossa e Emmaus offrono il loro sostegno per gli interventi. .

Inizia la nuova vita nelle strutture dislocate nella città e nella provincia. Intanto Croce Rossa e Emmaus offrono il loro sostegno per gli interventi. .

Inizia la nuova vita nelle strutture dislocate nella città e nella provincia. Intanto Croce Rossa e Emmaus offrono il loro sostegno per gli interventi. .

PISTOIALa nuova vita dei migranti, che fino a pochi giorni fa avevano trovato ospitalità nel centro di accoglienza di Vicofaro, è iniziata. Sono dislocati in città, nella zona di Pistoia Nuova, a Capostrada e alle Fornaci, ma anche nella piana a Lucciano e in Valdinievole, a Larciano. Uno sparpagliamento che in sé vuole essere la chiave di risposta alle problematiche emerse a Vicofaro, da sempre evidentemente legate al sovraffollamento che ha minato, negli anni, la possibile integrazione con il quartiere. A chiarire gli intenti del progetto messo in campo dalla Diocesi, insieme alla Caritas e al grande lavoro degli operatori della Fondazione Sant’Atto, è stata anche la direttrice della Pastorale Sociale della Diocesi, Selma Ferrali: "Il fatto di essere sparsi sul territorio renderà più facile l’inserimento di questi ragazzi. Poi lo sviluppo del progetto richiederà non solo l’aiuto del volontariato, ma anche dei servizi territoriali dell’Asl e del Comune". Un appello a cui in molti hanno già risposto. Segno che la sensibilità delle associazioni del terzo settore a Pistoia è una garanzia per tutte le cause che vedono le persone al centro dei progetti di aiuto. Tra queste c’è la Croce Rossa Italiana e Emmaus, che si sono offerte di dare la propria disponibilità per le prime necessità dei ragazzi, ma anche per essere inserite nei progetti di accompagnamento all’autonomia dei giovani ospiti.Molti di loro, intanto, hanno richiesto un’assistenza legale per definire le loro posizioni, in particolare per i propri documenti. L’intento, è chiaro, è quello di poter accompagnare queste persone verso il raggiungimento di una autonomia, per poter pensare di lasciare un giorno le stesse strutture che ora li hanno accolti.Un lavoro immenso, quello che in questi giorni, e prima ancora in questi mesi, ha messo in campo la Diocesi, insieme alla Caritas e agli operatori della Fondazione Sant’Atto. Una risposta che mira a ridare ai tanti ragazzi, che nel centro di Vicofaro hanno trovato una prima accoglienza, una vita diversa, che li porti anche a quella integrazione che finora aera arrivata solo in parte.

M.V.