DANIELA GORI
Cronaca

Un dolore infinito. La folla in lacrime per l’ultimo saluto: "Maria, vola alto"

Enorme commozione a Ponte di Serravalle per il funerale della ventenne. Lo strazio della famiglia Ferro e degli amici: "Il tuo sorriso vivrà sempre".

Enorme commozione a Ponte di Serravalle per il funerale della ventenne. Lo strazio della famiglia Ferro e degli amici: "Il tuo sorriso vivrà sempre".

Enorme commozione a Ponte di Serravalle per il funerale della ventenne. Lo strazio della famiglia Ferro e degli amici: "Il tuo sorriso vivrà sempre".

di Daniela GoriSERRAVALLEDolore e lacrime impossibili da trattenere, ieri pomeriggio, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Ponte di Serravalle, dove in tantissimi si sono raccolti per portare l’ultimo saluto a Maria Ferro. "A vent’anni, l’età delle speranze, dello sguardo sul futuro, delle amicizie, della gioia di vivere, è un’enorme ingiustizia andarsene così" erano le frasi ricorrenti tra le persone commosse. Maria era sempre sorridente e si prodigava sempre per gli altri, soprattutto per i meno fortunati, perché il suo cuore era grande, anche se dalla nascita le aveva dato tanti problemi per una rara patologia cardiaca. E il suo cuore si è fermato venerdì, all’improvviso, a seguito di una crisi.

"È difficile parlare, di fronte a un dramma come questo – ha ammesso al momento dell’omelia anche Don Stanislaw Jakubczak, che ha celebrato la messa funebre – io stesso ricordo di aver incontrato Maria poco tempo fa, e quando venerdì ho ricevuto la chiamata della sua mamma che mi diceva che Maria non c’è più, non riuscivo a rendermene conto. Noi ancora non possiamo sapere il perché, ma la Croce ci indica il cielo e noi siamo tutti pellegrini che andiamo verso l’eternità".

In chiesa ieri oltre ai parenti, agli amici, ai colleghi dei genitori, c’erano tanti giovani, i compagni di scuola del liceo musicale Forteguerri, dove Maria l’anno scorso si era diplomata, che con le loro insegnanti hanno accompagnato la messa con i canti religiosi; poi l’amica e l’amico del cuore, che trattenendo a stento le lacrime hanno letto dal pulpito il loro ricordo di Maria, e i ragazzi della Camposampiero, il centro in cui la ragazza andava due volte a settimana a fare volontariato. Tutti ancora increduli al pensiero che così, da un giorno all’altro, Maria se ne sia andata: era con loro giusto martedì, e si sarebbero dovuti rivedere proprio venerdì.

"Ma tu, cara Maria, non te ne sei andata del tutto – ha detto una ragazza leggendo una lettera a nome di tutti i giovani della Camposanpiero - Sarai sempre con noi in ogni filo d’erba, in ogni raggio di sole, nel battito dei nostri cuori". Oltre alla comunità di Ponte di Serravalle, dove risiedono i Ferro, a stringersi alla famiglia colpita da questo tremendo lutto anche molti sportivi di tutte le età: Marco Ferro, infatti, dopo un passato da calciatore professionista (anche alla Pistoiese) adesso allena nei settori giovanili ed è molto apprezzato nell’ambiente del pallone.

"Vi ringraziamo tutti, per essere qui e con la vostra presenza darci l’aiuto per andare avanti – ha detto Marco, parlando dall’altare –. Vi chiediamo solo una cosa: di non dimenticarla, e di portarvi tutti dietro un pezzetto di Maria, della sua enorme bontà. Noi cercheremo di non piangere e essere forti come lei avrebbe voluto". E tanta è la forza che ieri babbo Marco e mamma Giada hanno dimostrato, pur straziati dal dolore che ha trovato sfogo negli abbracci delle persone care, ma coraggiosi nel cercare di sostenere con un sorriso il pianto dei loro altri quattro figli, aggrappati alla bara bianca della sorella maggiore.

Ad aiutarli anche la fede, che li ha sempre accompagnati senza mai fare loro abbandonare la speranza da quando la loro primogenita era nata con una rara forma di cardipatia. Il racconto del calvario che avevano affrontato, tra la preoccupazione e la speranza nei tanti ricoveri all’ospedale Gaslini di Genova e gli interventi al cuore fin dai primi giorni di vita di Maria, a fine 2019 era anche diventato un libro, "io sorrido", il cui ricavato in parte è devoluto per la costruzione di un ospedale pediatrico in Congo.