
Simone Breschi è il titolare dell’albergo Miramonte di Cutigliano: «Gli alberghi sono rimasti una quindicina e il loro numero è destinato a diminuire. Non si può estrarre il sangue da una rapa»
Si riaccende il dibattito nel comune di Abetone Cutigliano sulla tassa di soggiorno. Un tema che ha già fatto discutere in passato e che adesso torna d’attualità con due incontri voluti dall’amministrazione: giovedì 5 giugno alle 21 nella sala consiliare in palazzo dei Capitani a Cutigliano e venerdì 6 alle 10.30 nel Municipio di Abetone. Durante l’incontro, si legge nella convocazione del Comune, verranno illustrate le finalità dell’imposta e le modalità di utilizzo delle risorse raccolte.
A far sentire nettamente la sua contrarietà alla tassa di soggiorno è Simone Breschi, dell’albergo Miramonte di Cutigliano. "Non si può estrarre il sangue da una rapa – spiega –: non si può paragonare le nostre attività a quelle di città come Viareggio o Firenze. Ci viene ripetuto che si tratta di ‘pochi euro’, pagati direttamente dai turisti e non dagli albergatori, ma questo ragionamento non regge. Non possiamo paragonare il nostro comune con Firenze, Forte dei Marmi, Siena, né tantomeno competere con le regioni a statuto speciale. A oggi, nel comune di Abetone Cutigliano, gli alberghi rimasti sono una quindicina e il loro numero è destinato a diminuire. Pensare che questa tassa sia giusta solo perché viene applicata ovunque è fuorviante: con quale coraggio possiamo chiedere anche solo un euro in più a chi sceglie di trascorrere le vacanze nelle nostre strutture, non paragonabili a quelle delle città e delle località turistiche più rinomate?
"I servizi – prosegue Breschi – sono inesistenti, e quelli che resistono vengono garantiti dai proprietari delle strutture stesse o da azioni straordinarie di volontariato delle associazioni. Viviamo in un territorio definito turistico, ma la realtà è ben diversa: il servizio di guardia medica turistica è ridotto a poco più di un mese, le strade di comunicazione versano in condizioni inaccettabili, il trasporto pubblico è stato drasticamente ridotto. Si parla di turismo sportivo, o di altri tipi di turismo, ma senza strutture e impianti adeguati.
"Non condivido nemmeno l’idea – prosegue ancora – di accettare compromessi, come esentare dalla tassa i ragazzi sotto i 16 anni o i gruppi organizzati. E chi ha una piccola struttura e non può ospitare gruppi o non lavora con essi? E chi, come me, investe nel turismo ultrasessantenne? Discutibili anche i parcometri! I turisti non sono ‘vacche da mungere’, ma soggetti da coccolare! Dobbiamo puntare sul passaparola, incentivando chi viene a tornare e raccontare l’esperienza positiva vissuta nel nostro territorio. Forse i Comuni – conclude l’albergatore –, farebbero meglio a smettere di spremere soldi dove non ci sono e intraprendere percorsi concreti per facilitare, invogliare e alleggerire economicamente la vita quotidiana di chi ancora vive e crede che su questa montagna si possa intravedere un futuro".
Davide Costa