Schindler, vita dell’uomo che salvò gli ebrei

La nuova opera di Francesca Cosi e Alessandra Repossi , dopo la presentazione al Salone del libro di Torino, stasera a Lo Spazio di Pistoia

Schindler,  vita dell’uomo che salvò gli ebrei

Schindler, vita dell’uomo che salvò gli ebrei

Campo di sterminio di Belzec, Polonia, 1942. Qui, in quell’inarrestabile scia di sangue e atrocità, incontra la morte un gruppo di bambini piccolissimi. Un uomo, in tasca la tessera del partito nazista sottoscritta già nel 1938, viene raggiunto da quella notizia. Qualcosa dentro di lui accade e, così si racconta, il disgusto per tanta disumanità lo porta a una conversione. In lui germoglia il seme di una missione che resterà nella storia: salvare la vita agli ebrei. Tanti, quanti più potrà. Alla fine diventeranno quasi 1.200. Quell’uomo si chiamava Oskar Schindler, per tutti l’uomo della famosa ‘lista’ diventata oggetto nel 1993 dell’iconico film di Spielberg. Ma se la storia non-fiction di Oskar Schindler dovesse fermarsi a quella testimonianza, seppur emozionante, allora saremmo ben lontani dalla verità. La verità di un uomo comune che, lo racconta uno dei ‘suoi’ ebrei, poteva esser fatto per grandi imprese tanto quanto poi risultare inadatto alla riuscita nelle cose d’ordine quotidiano. È un affresco per certi versi inedito, almeno in lingua italiana, quello proposto da Francesca Cosi e Alessandra Repossi in "Oskar Schindler. Vita del nazista che salvò gli ebrei" (Terra Santa Edizioni, 2024) alla sua ‘prima uscita’ alla libreria allo Spazio, dopo una preview al Salone del Libro di Torino nei giorni scorsi, stasera alle 18 in un dialogo con Daniela Belliti. Il volume arriva in occasione dei cinquant’anni dalla morte di Schindler e ne ripercorre interamente la vita, decisamente movimentata e avventurosa, con un particolare focus ovviamente sugli anni che vanno dal 1935 al 1945.

Per arrivare infine a questo risultato, le autrici Cosi e Repossi hanno movimentato una fitta varietà di materiali, attingendo a risorse provenienti tra gli altri dallo Yad Vashem di Gerusalemme e dallo United States Holocaust Memorial Museum di Washington, con l’acquisizione anche di materiale fotografico inedito, dando vita a una sorta di caccia al tesoro che ha consentito di portare alla luce anche delle piccole perle storiche.

"Questo è un libro rigorosissimo dal punto di vista storico, di tipo divulgativo, ma destinato al grande pubblico che permette di conoscere una figura di un eroe però molto umano, un uomo pieno di contraddizioni. Quasi fallimentare negli approcci relazionali quotidiani, eppure straordinario per quella umanità dimostrata a sostegno del popolo ebreo. Ed è forse proprio questo aspetto che ci ha più colpite. Non occorre essere santi o eroi, la storia di Schindler insegna che le grandi imprese sono alla portata di tutti". Significativa è anche la parte di biografia che racconta cosa accadde dopo il 1974, anno della morte di Schindler, con la ribalta del film e della vedova Schindler, per arrivare poi al ritrovamento di una misteriosa valigia che su di un cartellino portava proprio il nome dell’uomo. "Fu aperta solo dopo diversi anni, ma del suo contenuto non si è mai scritto in Italia – aggiungono le autrici -. Si è comunque aggiunto materiale biografico utile a una più precisa messa a fuoco di chi fu veramente Schindler, l’uomo". linda meoni