LINDA MEONI
Cronaca

Una allegra femminista nomade: "Vi racconto la storia dei miei peli"

La scrittrice Lavinia Mannelli presenta il suo nuovo libro giovedì 19 giugno alla libreria Lo Spazio

La chat che più cinguetta sul suo WhatsApp si chiama "Cavalle pelose". Il suo credo la sorellanza e i bar per sole donne. Lei, Lavinia, "allegra femminista nomade", a quasi trentuno anni – lauree già conseguite e dottorato in corso a stipendio zero – aspetta che più di qualche muro possa finalmente cadere, per smettere di sentirsi in ritardo rispetto a tutta quella serie di aspettative sociali che la vorrebbero già "sistemata". Intanto, convinta che di cultura non si mangi, si guarda intorno e scopre il porno fetish. Che ha a che fare con qualcosa di socialmente sconveniente. Di più, ripugnante agli occhi della maggioranza: i peli. Quelli che Lavinia si è lasciata crescere con orgoglio. La "Storia dei miei peli" – (66thand2nd, 2025), ultimo libro di Lavinia Mannelli ambientato tra Pisa e Pistoia – racconta inequivocabilmente quello che da solo dice il titolo: una storia iniziata nel 2003, "o magari 2001, l’anno in cui, in un’ora di ginnastica ho capito che per tutta la vita avrei incontrato persone pronte a storcere il naso se avessi mostrato qualche ciuffo innocente sugli stinchi. Se sono incazzata ancora, dopo tutto questo tempo, è perché quando d’estate vado in giro con i vestiti corti le persone non possono fare a meno di guardare le mie gambe al naturale e fare una smorfia di disgusto". Una rabbia che si traduce nella costituzione di un collettivo, il NoShave/Me, di cui Lavinia è fondatrice, la cui convinzione risiede nel fatto che "la vera emancipazione femminile sia iniziata con il diritto di voto, ma debba proseguire con il diritto a essere pelose". Diretto, divertito e divertente, di un’ironia amara, "Storia dei miei peli" solleva interrogativi che hanno a che fare con l’autonomia e l’autodeterminazione, il sacrificio e il compromesso. "Storia dei miei peli" sarà presentato a Lo Spazio giovedì 19 giugno alle 18.30. L’autrice dialoga con Matteo Moca.

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