
Giovanni Lenzi
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime fin dal momento del ricovero in ospedale, in seguito all’incidente che era avvenuto alla fine di luglio a Casalguidi. Giovanni Lenzi, che aveva 60 anni, e lavorava come giardiniere, non ce l’ha fatta. Quel giorno, da quanto era stato possibile ricostruire, aveva perso il controllo dell’auto che stava guidando ed era finito contro un lampione. Il cuore di Giovanni Lenzi si è fermato la vigilia di Ferragosto, giovedì scorso, all’ospedale San Jacopo, dove era ricoverato da più di due settimane.
Il dramma si era verificato nella tarda mattinata di martedì 29 luglio. Lenzi quel giorno stava procedendo con la sua vettura in via Montalbano quando, poco dopo le 13, l’auto era sbandata per poi finire contro un palo della luce. L’allarme ai soccorsi era stato immediato, così come l’intervento della squadra della Misericordia di Casalguidi e Cantagrillo che si trovava nelle vicinanze. L’ipotesi fu che l’uomo fosse stato colpito da un improvviso arresto cardiaco e da qui l’impossibilità di controllare il veicolo. Gli furono praticate tutte le manovre di rianimazione, ma la situazione era apparsa critica fin da subito anche se l’intervento dei volontari sembrava aver scongiurato il peggio.
Al termine delle operazioni di primo soccorso, Lenzi riprese infatti conoscenza, prima di essere trasportato in codice rosso verso il pronto soccorso dell’ospedale San Jacopo dove fu subito ricoverato nel reparto di cardiologia, in prognosi riservata. Giovedì, nonostante le cure e il prodigarsi di tutto il personale, il suo cuore si è arreso.
La famiglia ha stabilito ieri le modalità dei funerali che saranno a cura della Misericordia di Pistoia. Domattina, lunedì, 18 agosto, il corteo funebre partirà alle 8.30 dalle cappelle del commiato del San Jacopo e sarà alle 9 nella chiesa di San Pietro a Casalguidi dove, alle 9, sarà celebrata la messa funebre. Amici e conoscenti potranno così stringersi ai familiari di Giovanni salutandolo per l’ultima volta e accompagnandolo idealmente nel suo ultimo viaggio.
Giovanni Fiorentino