La divisione è cosa fatta. Allo stabilimento Hitachi Rail Sts di via Ciliegiole sono operative due mense: quella canonica, alla quale da ieri possono accedere soltanto i lavoratori muniti di green pass, e quella esterna, nella tensostruttura appositamente allestita dall’azienda (foto in alto) dove al momento è possibile consumare soltanto cestini da asporto freddi per coloro che sono sprovvisti del certificato verde. Una scelta che ha fatto e sta facendo molto discutere, sia tra le circa 1600 persone che lavorano nello stabilimento sia all’esterno.
"Ci siamo semplicemente adeguati alle leggi del governo, non dipende da noi – fanno sapere da Hitachi – per quanto possibile abbiamo provato a mettere in atto la soluzione migliore per dare comunque la possibilità di mangiare ai lavoratori, attraverso questa tensostruttura aperta ai lati. Al momento è possibile consumare soltanto panini, ma da lunedì prossimo ci adopereremo per garantire anche dei piatti caldi in alternativa", assicurano dall’azienda.
I sindacati non ci stanno, seppur con posizioni diverse tra loro. Moderata la Fim-Cisl Toscana Nord: "La legge è questa e non possiamo farci niente", aveva commentato il segretario Jury Citera aggiungendo che così si "ghettizzano i lavoratori". Più dura la Fiom-Cgil, che già nei giorni scorsi si era espressa definendo "inaccettabile" il pasto freddo e la sistemazione esterna e chiedendo di "dare ai lavoratori esclusi dalla mensa un pasto caldo e una sistemazione adeguata".
"Ci sono diverse cose che non vanno bene e che abbiamo prontamente comunicato all’azienda – denuncia il segretario Paolo Mattii – mancano i divisori in plexiglass sui tavoli, come necessario secondo il protocollo anticovid, non è stata effettuata la sanificazione tra un turno e l’altro, ci sono delle panche anziché sedie con lo schienale e soprattutto al momento non sono garantiti gli stessi pasti della mensa tradizionale. È stato un errore non coinvolgere il comitato aziendale covid in questa decisione. La refezione è riaperta da oltre un anno nella massima sicurezza e paradossalmente con questo provvedimento si corrono più rischi di prima. Adesso aspettiamo risposte convincenti in nome della sicurezza e della tutela dei diritti dei lavoratori".
Ancor più dura la Ugl, per bocca di Luca Fedi: "La tensostruttura per chi è privo del green pass è stata allestita nel piazzale di carico e scarico merci, tra camion in transito, smog e inquinamento – attacca – non è certo un ambiente idoneo, per non parlare di quello che succederà con l’arrivo di freddo, vento e pioggia. Provvederemo a segnalare la questione all’Asl. I sindacati e il comitato covid sono stati scavalcati con una decisione unilaterale, abbiamo provato a proporre di risarcire con l’indennità di mancata mensa coloro che non possono accedervi, ma la richiesta è stata respinta. Un diritto sacrosanto dei lavoratori viene utilizzato come forma di ricatto e questo è inaccettabile. Chiediamo all’azienda di tornare sui propri passi, anche perché la legge non è esplicita su questo punto, si tratta solo di un’interpretazione contenuta nei chiarimenti governativi".
Alessandro Benigni