MARTINA VACCA
Cronaca

Tribunale, Billet nuovo presidente. Le sfide da affrontare

L’assunzione formale nell’aula Signorelli, davanti al collegio presieduto dal giudice Magi. “Qui mi sento a casa, ci aspettano molti progetti”. Personale: cinque trasferimenti e sei arrivi entro l’anno

Il presidente Stefano Billet con l’ex presidente Fabrizio Amato

Il presidente Stefano Billet con l’ex presidente Fabrizio Amato

Pistoia, 20 maggio 2025 – Un tribunale rinnovato nella sostanza e nella forma. A partire dalla nuova facciata dell’antico Palazzo in piazza del Duomo: i lavori sono praticamente conclusi, mentre il sistema di illuminazione artistica degli affreschi nell’atrio è stato inaugurato a febbraio. E ieri mattina il giudice Stefano Billet ha preso formalmente l’incarico di nuovo presidente del Tribunale, pur essendo presidente facente funzione ormai da un anno. Un luogo in cui si sente a casa, dopo essere stato già presidente della sezione penale dal luglio 2018, come ha ribadito nel suo insediamento in aula Signorelli, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Jaqueline Monica Magi, insieme ai giudici Pasquale Cerrone e Raffaella Amoresano, alla presenza del Procuratore della Repubblica Tommaso Coletta, del presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Pistoia, l’avvocato Cecilia Turco, oltre che dei presidenti delle camere penali e civili, gli avvocati Daria Bresciani e Giovanni Giovannelli.

Tante le sfide da affrontare, come la digitalizzazione del sistema processuale, la questione del personale e quella del nuovo polo della giustizia che sorgerà in piazza del Duomo, con il passaggio nel palazzo del Governo (ex sede della Prefettura) di alcuni uffici, come quello del Giudice di Pace. Da settembre, infatti, è prevista la partenza di cinque magistrati che hanno fatto richiesta di trasferimento in altre sedi: si tratta dei giudici Patrizia Martucci e Luca Gaspari dall’ufficio del Gip-Gup, e del giudice Paolo Fontana, che andranno tutti a Firenze. Per la sezione civile, il giudice Giulia Gargiulo andrà a Tivoli, e il giudice Nicola Latour a Milano. Al loro posto, già a partire dal mese dicembre, sono attesi altri sei magistrati: quattro nel settore penale e due al civile. Una sola scopertura in organico, dunque, mentre dovrebbe essere coperto anche il posto del presidente di sezione.

“Sono molto contento di assumere questo incarico in questo ufficio che conosco e che ho contribuito a gestire, collaborando con il presidente Fabrizio Amato prima e poi con il dottor Maurizio Barbarisi, infine come facente funzione – ha spiegato il presidente Stefano Billet – Quindi ho la sicurezza di avere un ufficio collaborativo: ci sono figure di riferimento importanti per me, che sono qui da molto tempo. È un ufficio che lavora bene, ma che soffre come molti le carenze di organico. Negli ultimi anni siamo riusciti a contenerle, anche grazie all’apporto dei funzionari degli uffici per il processo, che sono a tempo determinato. E poi la sfida grossa è la informatizzazione che dovrà essere totalizzata nel settore civile, cercando di intervenire anche in altri settori come le volontarie giurisdizioni. Ma la sfida maggiore è quella del processo penale, che è stata già ben avviata: intanto, non abbiamo fatto nessuna proroga per l’applicazione del processo penale telematico”. Quanto al tema caldo della giustizia, quello della separazione di carriere, la posizione del presidente Billet è chiara e maturata dalla sua stessa esperienza personale. “Il passaggio attraverso attività e professioni differenti è un valore aggiunto, perché ti consente di vedere prospettive diverse. Certo, l’avvocatura ha questo cavallo di battaglia della separazione, forse più ideale. Il rischio della separazione è quello di indebolire la giurisdizione perché, anziché attrarre il pubblico ministero nella giurisdizione e farlo ragionare in termini di terzietà, lo si manda fuori dalla giurisdizione e lo si collega all’esecutivo”.

Dalle questioni dell’amministrazione della giustizia, ai nodi logistici. Il Palazzo Pretorio è una ricchezza della città che ora risplende, dopo i vari interventi anche alla facciata. “Fortunatamente, sono stati ultimati i lavori – ha spiegato il presidente Billet – un percorso lungo, dal 2019, con gli stanziamenti del Ministero. Ancora non è stata fissata l’inaugurazione, anche perché è in fase di restauro anche il banco iudicis. Intanto, abbiamo inaugurato il nuovo impianto di illuminazione che valorizza gli affreschi dell’atrio del Palazzo”. Un altro progetto importante è quello dell’acquisizione, da parte del Ministero, del Palazzo del Governo (ex sede della Prefettura, sempre in piazza del Duomo), dove dovrebbero essere collocati gli altri uffici giudiziari, tra cui quelli del Giudice di Pace. La procedura è in corso e nel giro di qualche anno crediamo che sia possibile realizzare questo progetto che risolverebbe anche il problema degli archivi, che sono in parte collocati in luoghi inagibili o sono stracolmi. Così come risolverebbe il problema dell’Unep, gli uffici notificazioni esecuzioni e protesti, e l’Uepe, cioè l’ufficio Esecuzione Penale Esterna, che ora, con la riforma sulle pene sostitutive, ha un rapporto più stretto con la magistratura ordinaria”.