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Biancalani concelebra la messa: "Sono ancora il parroco di Vicofaro"

Il don: "Non si può scindere questo ruolo da quello di legale rappresentante" .

Don Massimo Biancalani ha celebrato la messa a Vicofaro in una chiesa gremita di fedeli

Don Massimo Biancalani ha celebrato la messa a Vicofaro in una chiesa gremita di fedeli

PISTOIAUna chiesa gremita di fedeli. Nonostante il caldo soffocante di una domenica mattina di luglio. Ieri, don Massimo Biancalani ha concelebrato la messa a Vicofaro. Soprattutto, ha dedicato la lunga omelia al racconto della "violenza subita dai suoi ragazzi, accerchiati da venti poliziotti in tenuta anti sommossa". Queste le parole usate dal don per descrivere l’allontanamento avvenuto martedì mattina con l’intervento delle forze dell’ordine degli ultimi cinque ospiti, "i più fragili", come lui ha tenuto a sottolineare. Ragazzi problematici, come ha raccontato il parroco, perché affetti da patologie psichiatriche o da dipendenze, che non volevano lasciare quella che era diventata la loro casa. "Voglio specificare – ha spiegato don Biancalani – che io sono ancora il parroco di Vicofaro e che non si può scindere la figura del legale rappresentante della chiesa con quella del parroco".

Riguardo al ricollocamento di ben 130 ospiti del centro di accoglienza nelle strutture messe a disposizione dalla Diocesi, don Biancalani si è detto contento per i ragazzi, ma al contempo dispiaciuto che quelle risorse a lungo richieste non siano state mai trovate per sostenere l’esperienza di Vicofaro. "Non siamo mai stati un modello di accoglienza – ha raccontato il don – noi potevamo contare solo sui posti letto e cinque bagni. Ma sapere che sono stati fatti 16 contratti per gli operatori, che oggi gestiscono le nuove residenze dei ragazzi, ci avvilisce, perché vuol dire che sono stati spesi soldi che a noi non sono mai stati dati per gestire in dieci anni centinaia di persone che sono passate di qui".

Al termine della messa, alcuni fedeli e parrocchiani hanno letto delle lettere di solidarietà indirizzate alla missione di don Massimo, ringraziandolo per quanto ha fatto in questi anni.I locali della canonica sono stati sigillati dai tecnici inviati dalla Diocesi. Un’operazione resasi necessaria per consentire i lavori di ristrutturazione e di bonifica dell’intera struttura che versava in uno stato di grave abbandono, e dove si sono verificati diversi casi di tubercolosi tra gli ospiti. Ragioni, evidentemente, che mettevano a rischio la salute pubblica dei residenti del quartiere ma prima di tutto mettevano a rischio gli stessi ragazzi. "Vicofaro rinascerà", ha ribadito infine il parroco.

Martina Vacca