
I funerali del bambino morto in piscina
Pistoia, 24 agosto 2021 - Una bara bianca, quella della salma del piccolo Tommy, 10 anni. Una chiesa gremita, quella di San Michele Arcangelo alle Casermette. Tante, tantissime lacrime e un profondo senso comune di smarrimento. Sono state circa 300 le persone che, distanziate come da normative vigenti ma virtualmente unite nello struggente dolore, hanno voluto portare un ultimo saluto a Tommaso Lucarelli, il bambino pistoiese che ha perso la vita nella notte tra sabato 14 e domenica 15 agosto, nonché un piccolo segno di conforto per i genitori Gianna e Alberto e tutti gli altri familiari, costretti ad affrontare momenti tanto difficili quanto strazianti. Al funerale ieri mattina, oltre ad amici e conoscenti della coppia, erano presenti in gran numero i colleghi del babbo di Tommaso, compagni di lavoro alla Ld Montaggi, azienda dell’indotto Hitachi con sede a Serravalle che si occupa di manutenzione e sostituzione di componenti di arredo e equipaggiamenti elettromeccanici su treni e autobus. C’era la famiglia dell’amichetto che stava giocando in piscina con lui quel maledetto giorno sulla montagna pistoiese, a Prataccio per l’esattezza, c’erano diversi compagni di scuola del piccolo accompagnati dai genitori, tutti inevitabilmente provati. E c’era il sindaco del Comune di Pistoia, Alessandro Tomasi, intervenuto alle esequie "come rappresentante di tutta la comunità pistoiese, sconvolta e addolorata da questo lutto improvviso".
È stata una funzione semplice ed essenziale, quella officiata da don Ippolito (al secolo Misoti Mgaki, ndr ), che nella sua omelia ha espresso tutta la vicinanza della parrocchia alla famiglia, ricordando come il dolore possa essere forte di unione. "La morte è l’occasione per rinsaldare i legami ed esprimere solidarietà e attenzione gli uni per gli altri. Certo le parole di conforto non possono essere di grande consolazione al cospetto della privazione degli affetti più cari: in queste circostanze difficili è normale chiedersi dove sia Dio, non abbiamo risposte ma sappiamo che le sue vie sono infinite". Nelle parole di don Ippolito, al mistero assoluto della morte si unisce velatamente l’interrogativo legato a quanto successo in quel maledetto pomeriggio: "È normale porsi molte domande, soprattutto quando viene a mancare una persona innocente, un giusto, un bambino. Dei ‘perché’ che nei cuori non trovano adeguata risposta. La morte scuote le sicurezze e la fede, ma dobbiamo affidarci alle parole del Signore".
Il riferimento è alla precedente lettura tratta dal Vangelo secondo Giovanni, relativa alla morte e alla risurrezione di Lazzaro: "Come allora Gesù andò incontro al dolore di Marta e Maria, oggi verrà incontro al nostro. La vita terrena, con le sue gioie e i suoi dolori, troverà compimento oltre questo mondo. ‘Lasciate che i bambini vengano a me’, disse Dio: questo ci fa sperare in una via particolare di salvezza per loro, perché sono angeli. Affidiamo il piccolo Tommaso alla Madonna, affinché lo custodisca come un figlio, mentre noi dobbiamo essere la fiamma che illumina i familiari con un abbraccio affettuoso e forte. Preghiamo per lui perché trovi la pienezza della vita nel Regno dei cieli". L’uscita del feretro è stata seguita da un lungo applauso, unico squarcio in una mattinata permeata da immenso dolore.