ILARIA VALLERINI
Cronaca

Violenza di genere Indagine interna di Unipi

Presentati in Senato accademico i risultati: "In 1479 hanno subito almeno un episodio nella vita. Fenomeno da mettere in luce"

Il rettore professor Riccardo Zucchi

Il rettore professor Riccardo Zucchi

L’Università di Pisa ha condotto un’indagine innovativa interna alla comunità accademica sul contrasto alla violenza di genere. Un progetto che si inscrive all’interno di un percorso intrapreso dall’Ateneo da diversi anni attraverso l’apertura dello sportello interuniversitario pisano contro la violenza di genere insieme alla Sant’Anna e alla Normale e all’introduzione della figura della consigliera di fiducia. I risultati sono stati presentati ieri al Senato accademico alla presenza del rettore Riccardo Zucchi, della professoressa Renata Pepicelli (delegata del rettore dell’Ateneo per le questioni di genere) e della docente di Sociologia dei processi culturali e dell’educazione Silvia Cervia.

La rilevazione si è svolta tra ottobre e dicembre 2024 e ha coinvolto studenti, personale docente, tecnico, amministrativo e bibliotecario. Il questionario, strutturato in quattro sezioni (esperienze, percezioni, conoscenza e dati socio-demografici), è stato elaborato da un gruppo di lavoro con il contributo di tutte le componenti universitarie. La partecipazione è stata del 7,9%. Su oltre 53mila questionari anonimi inviati ci sono state 4.211 risposte così distribuite: 3.062 per la componente studentesca (6,3%), 572 per il personale accademico (24,1%), e 518 per il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario (31,6%).

Tra i partecipanti, 1479 persone, ovvero il 35,1%, ha dichiarato di aver vissuto almeno un episodio riconducibile a una delle forme di violenza indagate. Le esperienze si collocano in un arco temporale molto ampio, per esempio il 29,4% risale all’ultimo anno, il 34,1% al quadriennio 2020-23, il 18,4% al 2015-2019, ecc. La più frequente è risultata la violenza psicologica, cioè qualsiasi atto che causi un danno psicologico, seguita da violenza economica e molestie sessuali, cioè comportamenti verbali, non verbali o fisici indesiderati di natura sessuale.

I dati mostrano che, nel complesso, le donne sono più esposte al fenomeno (38,8%) rispetto al 26,9% degli uomini, e che risultano particolarmente vulnerabili le persone LGBTQ+ o con identità di genere non binaria. Secondo le conclusioni dell’indagine, "la bassa partecipazione può essere interpretata anche come un segnale di scarsa percezione della violenza di genere come problema nell’ambito universitario". Nonostante ciò il numero assoluto di questionari compilati è il più alto mai registrato tra le indagini finora condotte in una singola università italiana.

Lo studio ha quindi individuato quattro aree strategiche di intervento: aumento della consapevolezza sul fenomeno, progettazione di interventi di formazione mirata, programmazione di misure volte a rafforzare la fiducia nella risposta istituzionale per incoraggiare le segnalazioni e garantire ogni tutela. "L’analisi e, soprattutto, le azioni volte a prevenire e contrastare la violenza di genere rappresentano un impegno prioritario che l’Ateneo ha assunto già da diversi anni. Un impegno doveroso, che oggi vogliamo ribadire con forza: il nostro obiettivo è un’azione chiara, trasparente e risoluta, che non lasci zone d’ombra né permetta che le responsabilità vengano insabbiate o minimizzate - ha spiegato il rettore Zucchi -. E’ fondamentale lavorare anche sul fronte della prevenzione, promuovendo un clima di fiducia e ascolto, affinché tutte le componenti della nostra comunità possano sentirsi tutelate e riconoscere l’Ateneo come un alleato".

Ilaria Vallerini