Mancano pochi minuti alle 18, quando piazza San Sepolcro si riempie di ragazzi. L’annuncio del ritrovo è stato lanciato su un gruppo Telegram e una pagina Instagram. In pochi secondi si crea un corteo che sorregge uno striscione tra musica e cori: "Pera chiama, Pisa risponde: ripigliamoci!". Il gruppo si ferma in piazza della Pera, vero obiettivo della protesta: "Siamo qua per dimostrare che le piazze sono fatte dalle persone che l’attraversano", dicono, riferendosi all’ordinanza del 14 agosto, che proibiva la vendita per asporto di bevande alcoliche e la consumazione su aree e spazi pubblici. Tra la musica che accompagna il sit-in, vengono affissi lo striscione e la bandiera della Palestina: "Conti descrive le scene in questa piazza con toni apocalittici, come se si trattasse di Sodoma e Gomorra. Il comune capitalizza la città, non esistono attività accessibili economicamente, siamo privi di spazi che non siano legati al consumo. Non c’è comprensione nel disagio dei giovani", ribattono i ragazzi al megafono.
"Sono qua perché ci tengo, ho scoperto l’iniziativa tramite la pagina Instagram e alcuni amici", spiega Chiaraluna Astore, che ha aderito all’iniziativa. "Sono fuorisede, vivo questa piazza da prima di questa restrizione ed era il mio posto preferito. Non ho mai visto spacciatori o scene di disagio, era un luogo genuino in cui potevamo fare quello che volevano: il pomeriggio c’erano i bambini che colorano per terra, la sera i ragazzi sedavano per terra e bevevano tranquillamente, venivano qua per condividere e fare esperienze". "Non vorremmo fare questo, ci siamo auto-organizzati, siamo studenti, lavoratori e lavoratrici. Abbiamo preso l’ordinanza del Comune come riferimento e abbiamo deciso di rispondere. Vogliamo mostrare che è possibile vivere le piazze in modo autogestito e spontaneo, siamo ragazzi e genitori, è una realtà di persone diverse", commenta Francesco Piccioni, uno degli organizzatori. "Dopo un’assemblea per spiegare perché siamo qui, vogliamo riempire piazza della Pera con musica e forme di teatro e di cultura. Subiamo il fatto che ci siano sempre meno spazi per i ragazzi e gli studenti".