Il 27 febbraio, nel laboratorio di musica, abbiamo avuto il piacere di conversare con il maestro Marco Simoni, un ingegnere e un noto compositore di musica. Ci ha raccontato di come, fin da piccolo, abbia avuto la possibilità di imparare a suonare uno strumento, il pianoforte, pur senza troppa convinzione e di come il suo rapporto con la musica sia cambiato solo grazie all’incontro con una persona che ha fatto scattare una “scintilla”, generando in lui fascino. Come tutte le passioni, anche questa richiede impegno e soprattutto tempo: "Un’idea può venire come un frammento; non si scrive dall’inizio alla fine e spesso si impara anche da un errore". Lui utilizza, come ha dimostrato in classe, più frammenti - scritti in momenti diversi tra loro- per formare un brano, esattamente con la pazienza e la maestria di un artigiano. Considerata l’esperienza scolastica di alcuni di noi, gli abbiamo rivolto una domanda sul coro e ci ha fatto capire quanto sia importante percepirsi parte di un gruppo al punto che le voci vadano a comporre un suono unico: "Il coro esprime una coscienza collettiva; non un’individualità, ma un sentimento del popolo". I suggerimenti: fare in modo che la voce dei singoli non prevalga sulle altre; prestare attenzione ad ascoltare chi ci è accanto. Abbiamo cantato in coro per ringraziarlo e, al termine, gli abbiamo chiesto se potesse improvvisare per noi un pezzo sulla pianola, riuscendo così a strapparci un sorriso e un applauso ammirato.
CronacaUn viaggio tra le note: dietro le quinte della musica